Vita Chiesa
MONS. TAURAN (SANTA SEDE): IN PERICOLO LA LIBERTÀ RELIGIOSA
L’anno che sta per concludersi “ha visto deteriorarsi in maniera allarmante le condizioni dell’esercizio del diritto alla libertà di religione”: a denunciarlo è stato oggi mons. Jean Louis Tauran, segretario vaticano per i rapporti con gli Stati, intervenendo alla riunione del Consiglio dei Ministri degli Esteri dell’Organizzazione per la sicurezza e la cooperazione in Europa (Osce), in corso ad Oporto (Portogallo).
In alcuni Paesi, ha detto Tauran, “sono state adottate, o stanno per esserlo, leggi restrittive in materia di libertà religiosa. Responsabili di comunità di credenti, tra cui un vescovo cattolico, sono stati espulsi dai Paesi dove esercitavano il loro apostolato, o è stato loro impedito di raggiungere i propri fedeli”. Tali “attitudini”, secondo Tauran, “spesso adottate in maniera arbitraria, manifestano una diffidenza nei riguardi del fatto religioso, un disconoscimento del ruolo delle religioni nella società civile, un disprezzo degli impegni internazionali liberamente sottoscritti ed una discriminazione nei confronti dei credenti”. Al contrario, ha ribadito il segretario vaticano per i rapporti con gli Stati, “se si sopprime la religione nella società, l’uomo diventa ben presto una merce”: di qui l’invito della Santa Sede ai “responsabili politici”, affinché “prevedano un regime legale per tutte le comunità di credenti e permettano la convivialità religiosa dei cittadini tra loro”, nel rispetto degli “impegni presi” dalle diverse nazioni a riguardo.
Tauran ha, inoltre, messo in guardia dal pericolo del “monopolio” di alcune religioni sulle altre: “Quando ha detto -, per motivi storici, una confessione è maggioritaria, e vengono ad essa riconosciuti alcuni diritti e privilegi, ciò non può avvenire a scapito delle libertà fondamentali delle altre confessioni presenti sul territorio nazionale”. E’ questo il caso, ha spiegato Tauran, di una Chiesa che “rivendica il monopolio della vita religiosa sul territorio nazionale, e reclama l’appoggio dello Stato per meglio assicurarselo”. In casi come questo, ha concluso l’esponente della Santa Sede, i fedeli delle altre confessioni “possono diventare vittime di una intollerabile discriminazione”.