Vita Chiesa

MONS. SAVIO: CARD. SCOLA, «LA MORTE DEL VESCOVO VINCENZO È UNA DURA PROVA»

“Non deponiamo la salma del vescovo Vincenzo nella terra benedetta del cimitero per una pietà rivolta al passato”, ma “accompagniamo al sepolcro il vescovo Vincenzo per il suo passaggio alla gloria”. È quanto ha affermato oggi il card. Angelo Scola, patriarca di Venezia, durante l’omelia per le esequie di mons. Vincenzo Savio, vescovo di Belluno-Feltre, deceduto il 31 marzo dopo una lunga malattia. “La sua morte, come la nostra – ha proseguito il cardinale – è un passaggio inevitabile, ma che ci prova duramente. Anzitutto fa sanguinare il cuore dei suoi familiari e degli altri che l’hanno assistito lungo la prova della grave malattia. Prova in profondità la grande famiglia salesiana cui fin da bambino apparteneva. Ferisce i molti amici e conoscenti sparsi nei vari luoghi della sua creativa testimonianza ecclesiale. Soprattutto però la sua morte provoca l’acuto dolore della Chiesa di Belluno-Feltre e in modo particolare del suo presbiterio, che ha voluto, fino all’ultimo, privilegiare portando il suo sguardo moribondo su molti dei suoi sacerdoti, personalmente”.

Da questa ferita, ha sottolineato il card. Scola, “scaturisce per noi l’impeto ad andar subito e ad annunziare il Vangelo. Non era forse la nostra tiepidezza nell’annunciare il Risorto che tanto tormentava il nostro amato Vincenzo?”. Mons. Savio, ha detto il cardinale, ha indicato il sentiero dell’annuncio “lungo tutta la sua vita, soprattutto nella testimonianza che ci ha dato nel modo di portare la malattia e di affrontare la morte. La ferita che ora ci fa soffrire – ha concluso Scola – diventi vigilanza perché quella fede che fu la ragione del suo vivere determini sempre di più la nostra persona e la nostra azione”.Sir

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