La Chiesa non è e non intende essere un agente politico e non intende assolutamente ingerirsi negli affari dello Stato, ma vuole stimolare l’azione politica affinché la famiglia fondata sul matrimonio sia al centro delle sue attenzioni e priorità. Ad affermarlo ieri sera a Lodi, l’arcivescovo di Pisa, mons. Alessandro Plotti, nella prolusione di apertura al XXXIX Congresso nazionale di diritto canonico (fino al 13 settembre), promosso dall’Associazione canonistica italiana su Matrimonio canonico e ordinamento civile. Il patto coniugale ha una sua dimensione sociale e comunitaria che ne costituisce l’essenziale e irrinunciabile elemento fondativo, ha spiegato il presule. Matrimonio e famiglia, pertanto, affondano le radici nell’essenza dell’essere umano. Quattro, per mons. Plotti, gli ostacoli incombenti sull’istituto matrimoniale: La cultura dell’individualismo e del relativismo, l’indissolubilità vissuta come imposizione della Chiesa, lo scarso peso della famiglia nella società e il rapporto spesso ambiguo tra istituto matrimoniale e politica. Di qui l’urgenza di una serena e convergente mobilitazione dei pastori, dei canonisti, degli operatori pastorali, delle famiglie sane affinché il matrimonio canonico ritrovi nella società contemporanea il suo vero ruolo.Sir