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MONS. MIGLIORE ALL’ONU: STRUMENTI DIPLOMATICI PER DISINNESCARE LE CRISI NUCLEARI

“Nessuno Stato membro del Trattato di non proliferazione (Npt)” deve abusare “del suo legittimo diritto a sviluppare l’energia nucleare a scopi pacifici per produrre armi atomiche”. È il monito lanciato da mons. Celestino Migliore, osservatore permanente della Santa Sede presso l’Onu, intervenuto ieri a New York alla Commissione per il disarmo e la sicurezza internazionale nell’ambito della 62ª sessione dell’Assemblea generale delle Nazioni Unite. “Tutti gli strumenti della diplomazia – ha affermato il rappresentante vaticano – devono essere impiegati per disinnescare le crisi provocate dai tentativi di alcuni Paesi di acquisire le capacità di costruire armi nucleari e per dissuadere altri ad intraprendere questa strada pericolosa”. Per mons. Migliore, qualsiasi intervento militare “potrebbe solo peggiorare una situazione già delicata e potrebbe inavvertitamente portare ad una conflagrazione con ulteriori immense sofferenze per un’umanità già aggravata dalle devastazioni della guerra”. L’osservatore della Santa Sede ha quindi rilevato: “Il continuo fallimento dei negoziati sull’eliminazione delle armi nucleari, e i piani di ammodernamento degli arsenali nucleari già esistenti, mettono in grave pericolo l’efficacia del Trattato”. Poiché “il disarmo nucleare e la non proliferazione possono rinforzarsi o indebolirsi vicendevolmente”, per mons. Migliore “entrambi sono un imperativo per il pieno adempimento del Npt”, la cui “entrata in vigore” è “in grave ritardo”. Il rappresentante vaticano ha quindi ribadito che “le armi nucleari violano ogni aspetto della legge umanitaria” e “sono un affronto alla salvaguardia del pianeta”. Inoltre, ha messo in guardia, “il rischio che queste armi finiscano nelle mani dei terroristi è reale e presente”. Di qui l’auspicio di una conferenza internazionale sul tema da tenersi nel 2009. L’osservatore della Santa Sede ha infine auspicato una “moratoria della produzione, distribuzione e uso delle bombe a grappolo”, responsabili di “disastri umanitari” di cui a fare le spese sono soprattutto “le popolazioni civili”.Sir