Fiesole

Mons. Marco Frisina: famiglia, scuola dell’amore

DI LEONORA NORTI GUALDANIVilla Pettini di Montevarchi ha ospitato il 13 e 14 novembre scorsi mons. Marco Frisina. L’occasione sono stati gli esercizi spirituali per le famiglie della diocesi. Ma cosa rende speciale questo evento? La persona di mons Frisina, professore all’università Pontificia, biblista, famoso compositore di canti religiosi e di colonne sonore di molte fiction per la RAI e per Mediaset a carattere storico e religioso (ultima in ordine cronologico “Preferisco il Paradiso” sulla vita di S.Filippo Neri con Gigi Proietti). A lui abbiamo rivolto alcune domande.Qual è il tema centrale di questo corso?«Il corso è strutturato sul “Cantico dei cantici”, questo libro della Bibbia così particolare e speciale, sottolineandone il significato non solo all’interno della Scrittura, ma anche all’interno della vita familiare, toccando così i temi del valore del corpo e dell’amore come relazione interpersonale profonda, stessa relazione che deve intercorrere tra noi e Dio nella vita contemplativa. Importante, infatti, è approfondire la dimensione contemplativa della vita matrimoniale: spesso questo aspetto viene dimenticato, come se la preghiera non riguardasse gli sposi ma fosse un aspetto solo della vita religiosa. Inoltre è importante sottolineare l’importanza del significato del corpo, come luogo in cui si esprime l’amore, realtà bellissima di calore e amore all’interno della famiglia. Ciò accade anche nella Chiesa, dove la corporeità di Cristo ha un valore grande proprio nella relazione reciproca dell’amore».Riguardo a questo periodo, in cui la famiglia sta subendo continui attacchi, cosa ne pensa?«L’uomo è fatto per l’Assoluto, per Dio, e non si accontenta mai di niente. Oggi ci sono tanti attacchi alla famiglia perché c’è una relativizzazione di tutto. Si è inquieti perché si cerca di soddisfare dei bisogni, delle voglie, dei desideri che non riescono ad appagarci, in quanto solo Dio è in grado di poterlo fare. Proprio per questo si deve fondare la famiglia sulle cose il cui valore è eterno, è grande. E non sono certo il benessere, la ricchezza, l’essere alla moda o l’avere una casa più grande o un lavoro più redditizio che fanno la felicità della famiglia. Certo, le condizioni socio-economiche sono importanti, ma non sono la Famiglia. La famiglia, al contrario, è un atto d’amore puro che mette al primo posto le grandi cose, a cominciare da Dio e dalle cose che appartengono a Dio. Oggi abbiamo molti beni a disposizione e il mondo ti dà molte lusinghe che però possono ingannare e far male alla famiglia. Se però nella famiglia la forza dell’amore e il rapporto con Dio sono autentici e se viene curata una dimensione contemplativa, tutto questo si riesce a superare, non rischiando così di soccombere alle tentazioni che ci sono nel mondo».E ora veniamo al tema della musica. Qual è il significato della musica all’interno della liturgia?«La musica è una grande consolazione e anche un grande strumento per conoscere la bellezza e la verità dell’amore di Dio. E’ come una lettera d’amore che viene scritta con lettere d’oro. Chi è innamorato si esprime cantando nella poesia e nella musica. Nella liturgia avviene la stessa cosa; nella liturgia Dio vive con noi questa storia d’amore straordinaria nei sacramenti e nella messa, e il canto è dunque necessario perché espressione di questo amore. Noi cantiamo a Dio l’amore nostro reciproco e l’amore verso di Lui. E lo si deve fare in maniera giusta, degna, al massimo delle nostre possibilità».Quale consiglio dà a tutte quelle persone che, nei più svariati modi, animano la liturgia con la musica?«Il consiglio che posso dare è di farlo con serietà, anche ascoltando e facendo tesoro di quello che la Chiesa ci chiede e indica. Anche ultimamente, nel documento a conclusione del sinodo dell’anno scorso sulla parola di Dio, il Papa ci ricordava che il canto liturgico si deve fondare sulla Parola di Dio, proprio perché la Parola di Dio è il testo più bello da musicare. In questo modo si può godere, attraverso la musica che dà lo spessore emotivo alla parola, dei contenuti che la Parola di Dio contiene. E ai giovani dico di mettere tanto entusiasmo in quello che fanno, ma anche tanto rigore, per esprimere attraverso il canto le cose più belle che Dio ci dà, senza farsi prendere dalle mode del momento, ma di sentire la bellezza grande che la Parola di Dio può suggerire al nostro cuore».