Non c’è nessuna iniziativa volta a costituire, promuovere o organizzare un partito di cattolici, invece avvertiamo la responsabilità della presenza cattolica nel Paese per poter mettere a disposizione di tutti il grande giacimento culturale e il patrimonio di valori di cui la comunità cristiana è depositaria: così ha risposto, nella odierna conferenza stampa presso la Radio Vaticana a Roma, mons. Mariano Crociata, segretario generale della Cei, alla domanda se dopo il Consiglio permanente appena concluso, per i vescovi italiani si aprisse una stagione di attivismo in politica. In questa fase convulsa ed accelerata della storia ha precisato il mondo cattolico continua a rappresentare una presenza di ampio radicamento e di diffusa presenza. Si respira una forte consapevolezza che non possiamo tenere per noi questo patrimonio culturale, spirituale e sociale e quindi i vescovi hanno sottolineato l’importanza che tutti i cattolici, e non solo loro, possano convergere attorno a questi valori fondamentali, per dare un contributo atteso a superare le odierne gravi difficoltà. Mons. Crociata ha poi precisato, a proposito dei valori non negoziabili, che la dottrina non è un vestito stagionale che si indossa o meno secondo le mode, aggiungendo che la loro proposta può contribuire a far superare la crisi odierna che non è solo e primariamente economica, ma invece è anche etica e culturale. La Cei notoriamente non fa i governi e nemmeno li manda a casa: così mons. Crociata ha risposto a una domanda dei giornalisti se si potesse adombrare in alcuni passaggi della prolusione del card. Bagnasco l’invito a Berlusconi a dimettersi provocando una crisi di governo. Attribuire alla prolusione del presidente una intenzione del genere ha poi precisato è del tutto fuori luogo. Quanto all’attenzione dei vescovi per alcune strutture aggregative (Retinopera e il Forum delle persone e associazioni per il lavoro), ha precisato che tale attenzione rientra nello sforzo di far convergere attorno a valori condivisi tutto il mondo cattolico e non soltanto quello, anche coloro che eventualmente dovessero condividere tali valori pur senza far parte della comunità cristiana. Alla richiesta di chiarimenti se la Cei sia più vicina a un tipo di governo piuttosto che a un altro, ha poi spiegato che i vescovi non formulano giudizi complessivi’ su questo o quel governo, perché così farebbero politica’, quanto piuttosto esprimono giudizi su singole questioni e temi che mettono in gioco i valori di fondo della vita, della dignità della persona e delle esigenze sociali.Un’altra domanda politica rivolta a mons. Crociata è stata quella sulla eventuale previa approvazione da parte del Segretario di Stato, card. Tarcisio Bertone, della prolusione del card. Bagnasco. Il Segretario generale della Cei ha risposto che non mi compete di parlare a nome della Santa Sede, ma posso ricordare che la prolusione è stata pubblicata sull’Osservatore Romano e che di solito il presidente della Cei conferisce previamente e personalmente con il Papa in occasioni così rilevanti. Sono stati poi toccati i temi della scuola cattolica, che ha detto purtroppo subisce condizioni di limitazione che provocano continue chiusure. Ha aggiunto che è una falsità dire che i contributi pubblici ad essa sottraggano risorse alla scuola statale, perché in realtà per i conti pubblici la scuola cattolica ha un costo enormemente inferiore rispetto a quella statale. Circa il tema degli abusi sessuali da parte di chierici, ha precisato che è stata prodotta una bozza di documento per l’applicazione nazionale delle linee-guida emanate dalla Santa Sede. La prossima Settimana Sociale dei Cattolici Italiani potrebbe tenersi, probabilmente, in una città del nord, dopo le ultime due edizioni a Pistoia e Reggio Calabria. Sulle piccole diocesi è stato prodotto uno studio sulla loro funzionalità, richiesto dalla Congregazione per i Vescovi. (Sir)