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MONS. CROCIATA: CONDANNA SENZA RISERVE DEI MAFIOSI; SULLA GIUSTIZIA: SUPERARE I CONFLITTI

“Non posso che confermare la condanna senza riserve nei confronti di questi organismi e di chi ne fa parte”. Così mons. Mariano Crociata, segretario generale della Cei, ha riposto alle domande dei giornalisti sull’atteggiamento della Chiesa nei confronti della criminalità organizzata. Tema, questo, che sarà presente anche nel documento su Chiesa e Mezzogiorno, di prossima pubblicazione e sul quale si sono confrontati i vescovi nell’ultimo Consiglio permanente. “L’atteggiamento della Chiesa – ha ricordato Crociata – consegue alla condanna così vibrante di Giovanni Paolo II, delle Conferenze episcopali regionali e di singoli vescovi, chiarendo la contraddizione tra l’appartenenza a queste organizzazioni, il condividere qeuste organizzazioni e l’appartenenza ecclesiale”. Tra Vangelo e mafia, insomma, “c’è una contraddizione insanabile, per cui la Chiesa invita a ravvedersi, a comprendere la gravità dell’appartenenza e di comportamenti di questo genere”. “Un invito al ravvedimento e alla conversione”, questo, che “si traduce anche in un richiamo forte, che vale anzitutto per la coscienza, e che si esprime in misure pastorali quando ci sono condizioni eterne che evidenziano questa appartenenza, come atteggiamento consolidato e riconoscibile”.“L’invito della Chiesa è a cambiare”, ha sottolineato mons. Crociata: “la prima parola della Chiesa è l’invito a credere nel Vangelo e a cambiare vita. Questo invito vale per tutti, nessuno escluso”. La “gravità estrema” di fatti e comportamenti di mafia, tuttavia, “rende necessario un cammino più complesso, più articolato e più lungo per tornare alla piena comunione”, con la possibilità anche “di sanzioni canoniche, laddove il diritto canonico ei esprime”. In generale, però, “con certi comportamenti ci si allontana già dalla comunione con la Chiesa, senza bisogno che qualcuno ci dia una scomunica”. “Vivere in maniera contraria al Vangelo mette in discussione la comunione con il Signore”, ha ricordato mons. Crociata: “laddove si è richiamati, lo si è per rientrare in qualche modo nella comunione”. Altro tema delle domande dei giornalisti, il rapporto tra politica e magistratura. Sulla giustizia, ha risposto mons. Crociata, occorre “superare i conflitti e le tensioni per trovare, nel rispetto dei rapporti e degli equilibri istituzionali, la misura e la ricerca del bene comune da parte di tutti”. Di qui la necessità, per la Cei, di “applicare e rafforzare l’invito all’equilibrio e all’armonia dei rapporti, secondo finalità specifiche costituzionalmente prefigurate per la realizzazione del bene comune”.Sir