Vita Chiesa

MONS. CROCIATA: ABUSI, AFFRONTARE CON TEMPESTIVITA’ IL PROBLEMA DOVE SI PRESENTA

“Affrontare il problema là dove si presenta, per intervenire tempestivamente, in maniera appropriata e tale da affrontare propriamente le difficoltà, in modo da creare le condizioni che non abbia a ripetersi”. Così mons. Mariano Crociata, segretario generale della Cei, ha sintetizzato ai giornalisti il senso della lettera circolare della Congregazione per la dottrina della fede in ordine alle “linee guida” in materia di abusi sessuali da parte del clero. Rispondendo a una domanda sui dati italiani – nella prima conferenza stampa della 63ª assemblea generale della Cei – mons. Crociata ha ribadito una cifra già resa nota l’anno scorso: un centinaio di casi. In merito all’atteggiamento dei vescovi, mons. Crociata ha riferito della “pena”, del “dolore che esprimono di fronte al dramma, enorme, tutte le volte che si verifica un nuovo caso” e, nel contempo, della “volontà di accompagnamento e sostegno delle vittime” e di “mettere quei sacerdoti che hanno compiuto tali atti nelle condizioni di non nuocere più e di affrontare un cammino di recupero”. Quanto ad una presunta “contrapposizione” tra la linea scelta dalla Cei in materia di abusi e quella di altre Conferenze episcopali, mons. Crociata ha risposto con un invito a “non fare confusione”. “Ci sono state – ha precisato – Conferenze episcopali che hanno voluto, in circostanze specifiche, istituire organismi nazionali, ma non tutte l’ hanno fatto perché – come ribadisce il documento della Congregazione – le Conferenze episcopali sono organismi pastorali, di coordinamento tra i vescovi, non organi istituzionali che rivestono una qualche autorità sui vescovi”. Il nuovo documento pontificio, ha ricordato inoltre il segretario generale della Cei, “non fa che riprendere, precisare, aggiornare le indicazioni emanate già un anno fa nelle Linee guida”. L’impegno della Cei, infatti, “continua a svilupparsi sulla linea di quanto si è già iniziato a fare e non da ora”, ribadendo che “la responsabilità è del vescovo diocesano, che agisce prontamente e in rapporto di comunicazione costante soprattutto con la Congregazione”. La linea è dunque quella di “accompagnare i vescovi a intervenire in maniera pronta in situazioni che possono manifestarsi, e purtroppo a volte si sono manifestate”, di far sì che “le vittime siano ascoltate, tutelate e sostenute in una situazione di così grave disagio”, e di “fare in modo che l’autore degli abusi possa essere allontanato e perseguito”.Sir