Sarà un primo maggio di festa per la diocesi di Firenze. La mattina in molti, a partire dall’arcivescovo Giuseppe Betori e l’ausiliare Claudio Maniago, saranno a Roma per la Beatificazione di Giovani Paolo II. Parrocchie e movimenti ecclesiali si sono organizzati in autonomia per raggiungere Piazza San Pietro. Nel pomeriggio a Firenze l’ordinazione di sei nuovi preti.Oggi mons. Giuseppe Betori è intervenuto a Radio Toscana ricordando Giovanni Paolo II. Betori ha detto: “Ho avuto diverse occasioni di incontrare il Papa Giovanni Paolo II prima da Sottosegretario e poi da Segretario generale della Cei. Lì ho potuto constatare l’amore che egli aveva per l’Italia e l’alta considerazione che attribuiva alla funzione della Chiesa italiana. Ci chiedeva un’esemplarità nei confronti delle varie Chiese del mondo, richiedendoci anche di esprimere adesione convinta alla Chiesa e alla Chiesa del Concilio Vaticano II, una Chiesa quindi viva e presente nella storia dei popoli quale egli appunto ha sempre testimoniato. Personalmente non posso anche non ricordare il fatto che nei momenti in cui egli moriva io ero lì in piazza San Pietro insieme a Mons. Francesco Lambiasi a guidare il rosario della piazza che sostava in preghiera accanto al letto del papa morente. Quella sera mi trovai a commentare il discorso di Gesù nell’ultima cena, secondo il vangelo di Giovanni, in funzione proprio della interpretazione di fede che dovevamo dare a quel saluto che il Papa ci stava dando in quel momento ritornando al Padre. A me poi è stata affidata la prima commemorazione ufficiale del Papa quando fu promossa la veglia dei giovani nella Basilica di San Giovanni Laterano e dovetti parlare per primo del Papa ai giovani. Nell’occasione di quella veglia sottolineai ai ragazzi che la tristezza di quel momento doveva essere vissuta con lo stesso atteggiamento che Gesù ebbe nel Getsemani quando, seppur triste, nell’accogliere la volontà del Padre riuscì comunque a trasformare quello stato in gioia. Ricordai che il Papa ci aveva cercato, aveva cercato soprattutto i giovani attraverso la grande iniziativa delle Giornate mondiali della gioventù non per attrarci a se stesso bensì per aiutarci ad ascoltare, a guardare, a seguire Gesù. In questo incontro egli ci comunicava quel coraggio che fin dall’inizio del suo pontificato aveva voluto testimoniare a tutti gli uomini invitando a non avere paura a spalancare le porte a Cristo. Il titolo di quella veglia era appunto Non abbiate paura. A quei tantissimi giovani raccolti in preghiera dissi: non abbiamo paura neanche oggi, cerchiamo anche oggi il signore Gesù. Nel nostro andare a Roma il primo maggio non possiamo infine dimenticare ha aggiunto Betori a Radio Toscana – la presenza del Santo Padre a Firenze. E’ del 1986 la sua visita a Firenze e il ricordo in diocesi è ancora molto vivo. Quindi quello di domenica sarà anche un atto di gratitudine verso un pontefice che ha avuto una particolare attenzione verso la nostra città.Poi direi, aldilà della figura del singolo papa, appartiene alla storia di Firenze anche una fedeltà a Roma in maniera specifica a volte anche in maniera politica come si legge nelle cronache medievali e rinascimentali. Questo legame storico di unità con la chiesa di Roma, che la chiesa fiorentina coltiva in sé da secoli, trova anche nella beatificazione di Giovanni Paolo II un ulteriore segno di fede nell’unità della chiesa sotto la guida del papa”.Sempre domenica nel pomeriggio alle 18 in Santa Maria del Fiore, sei seminaristi diventeranno presbiteri per l’imposizione delle mani dell’arcivescovo Giuseppe Betori. I sei ordinandi sono Daniele Centorbi del 1982 (di Santa Verdiana a Castelfiorentino), Matteo Perini del 1976 (di Santa Caterina da Siena a Coverciano), Matteo Ambu del 1977(di San Bartolomeo in Tuto), Nicola Materi del 1974(di Santa Margherita a Montici), Davide Mazzoni del 1984 (di San Bartolomeo in Tuto), Andrea Malavolti del 1972 (di Santa Croce a Quinto).