Vita Chiesa

MONS. BETORI: IN POLITICA NON CI SCHIERIAMO

“Se si tratta di dire da che parte stiamo, noi non ci schieriamo e non accettiamo di essere schierati”. A precisarlo è stato mons. Giuseppe Betori, segretario generale della Cei, che – durante la conferenza stampa di presentazione del Comunicato finale del Consiglio permanente della Cei (Roma,22-25 settembre) – ad una domanda su un “cambiamento di posizione” dei vescovi nei confronti del governo, ha puntualizzato: “Noi seguiamo la nostra rotta, non ci lasciano condizionare dai venti politici. Parliamo a tutti, ma non diamo pagelle a nessuno; facciamo il nostro discernimento, sta poi a ciascuno confrontarsi con esso”.

“La Chiesa non è terzista”; ha aggiunto Betori: “Potrebbe esserlo se fosse uno dei contendenti politici. Noi non lo siamo, siamo su un altro piano”. Altro argomento delle domande dei giornalisti, la riforma delle pensioni. “Lo avevamo detto già dagli inizi degli anni novanta”, ha ricordato il segretario generale della Cei: “Non si possono trovare soluzioni radicali se non con un’inversione radicale del Paese nel suo atteggiamento verso il problema della denatalità. Il resto, sono ‘correzioni di rotta’ delle forze politiche o sociali, che però non possono portare a nulla di decisivo senza quella prima fondamentale correzione”. In merito al dibattito attuale, Betori ha auspicato “concordia tra forze politiche e parti sociali, sapendo comporre i diritti acquisiti con il futuro delle nuove generazioni, senza pregiudicarlo. Per quanto riguarda gli aspetti tecnici, non sta a noi indicarli”.

Il “black out” che ieri ha “oscurato” l’Italia – ha detto ancora Betori – dimostra “l’urgenza di investire in forme sempre più decise sul piano delle infrastrutture, per colmare il divario tra Nord e Sud”, ma anche la necessità di “interrogarsi sui nostri stili di vita, per chiederci se certi sprechi siano del tutto compatibili con il rispetto non solo di tutti i cittadini del nostro Paese, ma anche dei popoli meno ricchi”. Riguardo alle infrastrutture, Betori ha fatto notare che “da 20 non si fanno scelte in questo campo, e una scelta va fatta”, anche se non spetta ai vescovi esprimere “preferenze” per l’una o l’altra soluzione.

Commentando la giornata di ieri, il segretario generale della Cei ha inoltre osservato che “in questi momenti di difficoltà emerge comunque la grande capacità del nostro popolo di sopperire con forme di solidarietà, vicinanza, impegno” a situazioni di grave emergenza. “Noi diamo per scontato il possesso di tanti beni e fondiamo su di essi anche l’immagine di noi stessi e della nostra convivenza”, ha concluso Betori: “Quando vengono a mancare, come nel black out di ieri, tocchiamo con mano che la persona non è fondata su ciò che ha. Quando ‘i granai sono vuoti’ molta gente dovrebbe vedere se il ‘vuoto’ resta anche dentro se stesso”.

A proposito della legge sulla procreazione medicalmente assistita mons. Betori ha detto che “non è più rinviabile, e anzi “un ulteriore rinvio sarebbe “del tutto incomprensibile, perché impedirebbe l’approvazione della legge entro novembre”. Nel corso della conferenza stampa il Segretario della Cei ha sintetizzato le posizioni dei vescovi così come sono emerse nel dibattito, svoltosi a Roma nei giorni scorsi, sottolineando le “attese” per l’approvazione delle legge citata e l’auspicio, espresso dai vescovi, che “la stagione delle riforme sociali venga portata avanti con grande coraggio e prudenza, cercando un’ampia convergenza tra le forze politiche e sociali”.

Il Consiglio episcopale permanente – informa il comunicato finale – ha proceduto a diverse nomine. Due riguardano vescovi toscani: mons. Mansueto Bianchi, vescovo di Volterra, è stato eletto presidente del Comitato per la valorizzazione dei progetti di intervento a favore dei beni culturali ecclesiastici; mons. Franco Agostinelli, vescovo di Grosseto, è stato eletto membro della presidenza della Caritas italiana.