Vita Chiesa

MONS. BETORI: «AUSPICHIAMO CHE TUTTI SI SCHIERINO A FAVORE DELLA FAMIGLIA»; COMUNICATO SUI LAVORI DEL CONSIGLIO CEI

In “piena “sintonia” con quanto già espresso dal card. Ruini i vescovi italiani ribadiscono la linea di “non coinvolgimento” della Chiesa nella prossima campagna elettorale, ma chiedono “speciale attenzione” alla famiglia e ai temi della vita. Lo ha ribadito mons. Giuseppe Betori, segretario generare della Cei, illustrando oggi ai giornalisti il Comunicato finale del Consiglio permanente della Cei, svoltosi a Roma dal 23 al 26 gennaio.

“Non sta alla Chiesa dire su quale schieramento gli elettori debbano orientare le proprie scelte”, ha detto Betori, “ma ciò non significa che il credente non debba tener conto del modo in cui i contenuti legati alla famiglia e alla vita vengono difesi”, attraverso “una speciale attenzione alle situazioni concrete”. “Bisogna uscire dalla logica per cui la Chiesa si debba schierare da una parte o dall’altra”, ha ammonito il segretario generale della Cei: “Non c’è nessuna presa di posizione sui programmi, il nostro auspicio è che tutti si schierino a favore della famiglia e della vita”. Quanto a indiscrezioni di stampa su un presunto sondaggio elettorale commissionato dalla Cei, Betori ha replicato: “Non c’è nessun sondaggio, smentisco seccamente”.

I vescovi, si legge nel Comunicato finale del Consiglio episcopale permanente, “in continuità con le indicazioni conciliari e il magistero pontificio, ribadiscono la linea di non coinvolgimento della Chiesa, e quindi dei pastori e degli organismi ecclesiali, rispetto agli schieramenti politici e ai partiti; ciò non significa comunque indifferenza o disinteresse da parte della Chiesa e dei cattolici verso la vita pubblica,verso la quale vanno riproposti quei contenuti irrinunciabili che sono fondati sul primato e la centralità della persona e sul perseguimento del bene comune”.

I principi della dottrina sociale della Chiesa “sulla persona e sul rispetto della vita umana, sulla famiglia, sulla libertà scolastica, la solidarietà, la promozione della giustizia e della pace” sono dunque per la Chiesa italiana il banco di prova per valutare i programmi delle forze politiche e sociali, secondo la prospettiva già indicata da Giovanni Paolo II al Convegno ecclesiale di Palermo (1995). In particolare, proseguono i vescovi, i futuri parlamentari dovranno impegnarsi a “non introdurre normative che non rispondono ad effettive esigenze sociali, e invece compromettono gravemente il valore e le funzioni della famiglia fondata sul matrimonio e il rispetto che si deve alla vita umana dal concepimento al suo termine naturale”.

Interrogato dai giornalisti circa l’ammissibilità, nei programmi politici degli schieramenti attuali, dei “pacs”, Betori ha precisato: “Dipende da quali pacs, ce ne sono diverse forme: alcune di esse non possono essere accettate perché violano il riconoscimento che spetta soltanto alla famiglia fondata sul matrimonio”. Quanto al “clima di autentico dialogo e di sereno confronto tra le parti”, auspicato dai vescovi nel Comunicato finale, il segretario generale della Cei ha puntualizzato che “non è una novità, è un auspicio di sempre. Anche in campagna elettorale, comunque, vanno garantite le condizioni di serenità ed equilibrio che devono sempre caratterizzare il confronto politico. Sta poi alle istituzioni e alle forze politiche scegliere le modalità più opportune perché sia garantito questo clima”.Sir