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MONS. BAGNASCO: «LA CHIESA RISPETTA LA LAICITÀ, NESSUNA INTRUSIONE NELLE COSCIENZE»

“Se come vescovi rileviamo, magari più spesso di quanto sarebbe gradito, i fondamenti etici e spirituali radicati nella grande tradizione del nostro Paese, non è perché vogliamo attentare alla laicità della vita pubblica, sfigurandola, ma per innervare questa delle inquietudini che possono garantire il futuro”. Lo ha detto mons. Angelo Bagnasco, presidente della Cei, aprendo oggi in Vaticano la 57ma Assemblea generale dei vescovi italiani (Il testo integrale della Prolusione di mons. Bagnasco). “Quando ci appelliamo alle coscienze – ha puntualizzato il presidente della Cei, riferendosi indirettamente al dibattito in corso sulle presunte “interferenze” della Chiesa nel dibattito pubblico – non è per essere intrusivi, ma per richiamare quei contenuti pregnanti senza i quali cessa il presidio ultimo di ogni persona, anzitutto per i meno fortunati”. In questa prospettiva, per Bagnasco, “la distinzione ‘tra ciò che è di Cesare e ciò che è di Dio’, come struttura fondamentale non solo del cristianesimo ma anche delle moderne democrazie, ci trova decisamente persuasi che dobbiamo insieme, ciascuno a proprio modo, cercare il progresso delle nostre comunità, risvegliando anche quelle forze spirituali e morali senza le quali un popolo non può svettare”

“Non parliamo dall’alto, né vogliamo fare in alcunché da padroni”, ha puntualizzato il presidente della Cei: “Ci preme Cristo e il suo Vangelo, null’altro. Lo annunciamo come misura piena dell’umanesimo, non per rilevare debolezze o segnare sconfitte, ma per un’obbedienza che è esigente prima di tutto verso di noi, e che è promozione di autentica libertà per tutti”. “La nostra parola – ha aggiunto – non ha mai doppiezze. Con trasparenza, siamo a servizio della gioia. Nel nostro orizzonte non c’è un popolo triste, svuotato dal nichilismo e tentato dalla decadenza. C’è un popolo vivo, capace di rinnovarsi grazie alle proprie risorse e alla propria inevitabile disciplina, capace di non tradire i suoi giovani, capace di parole credibili nel consesso internazionale”. E’ grazie a questo stile, secondo Bagnasco, che “il rapporto della Chiesa con la società italiana resta significativo e rilevante, perché basato sulla reciproca conoscenza e su un ascolto autentico da entrambe le parti. La gente di tutti i giorni, quella della strada – cioè della vita semplice, quotidiana, spesso dura – sa che le nostre porte sono sempre aperte per chiunque, sa che accogliamo tutti, che non portiamo rancore, che siamo sempre pronti a ricominciare”

La Chiesa “difende l’identità del popolo”, rispettando “la sana laicità” ma suggerendo “i grandi criteri e i valori inderogabili, orientando le coscienze e offrendo un’opzione di vita”. E’ “in questo contesto”, ha osservato mons. Bagnasco citando le parole del Papa nel recente viaggio in Brasile, che “si collocano i numerosi richiami al rispetto della vita e alla difesa della famiglia, con il chiaro invito a contrastare quello che – sia a livello mediatico che legislativo – irride e minaccia quei valori fondamentali”. “Proprio su questi temi più sensibili”, per il presidente della Cei, “Benedetto XVI ha stabilito una grande sintonia con i giovani”, che “manifestavano il loro consenso ogni volta che il Papa avanzava le esigenze ‘dure’ – come le hanno definite i giornali – quali la castità, l’indissolubilità del matrimonio, l’unità della famiglia”. Sempre in Brasile, il Papa “non ha esitato a chiamare per nome i grandi problemi che assillano l’America Latina, le ingiustizie, la fame, la povertà, la diffusione delle droghe, la corruzione della vita pubblica””, precisando però che “se la Chiesa cominciasse a trasformarsi in soggetto politico non farebbe di più per i poveri, semmai farebbe di meno, perché perderebbe la sua indipendenza e la sua autorità morale”.

“Partecipe vicinanza” per le “sorprendenti esternazioni, tanto superficiali, quanto inopportune”, sul magistero del Papa. Ad esprimerla è stato mons. Angelo Bagnasco, presidente della Cei, che in apertura della 57ma assise episcopale ha inoltre tributato “uno speciale ringraziamento per le affettuose espressioni di vicinanza e di incoraggiamento” di Benedetto XVI “a seguito dei noti episodi di cronaca”, secondo Bagnasco “costruiti su interpretazioni distorte e su attribuzioni di pensieri mai pensati, e che neppure le immediate smentite e precisazioni sono servite a chiarire”. La Cei, in particolare, esprime “preoccupazione” riguardo al “rischio di una contrapposizione forzosa e strumentale tra laici e cattolici”, che “in realtà non trova riscontro nel sentire della stragrande maggioranza del nostro popolo, né può desumersi dalla legittima diversità di posizioni su alcune pur rilevanti tematiche”. “La Chiesa offre alla libertà e alla riflessione di tutti il proprio magistero, senza sottrarsi alla responsabilità di concorrere alla promozione dell’uomo e al bene comune”, in nome “del principio della libertà religiosa”, ha ribadito Bagnasco, definendo “significative e apprezzabili le recenti affermazioni” del Presidente della Repubblica Napolitano in materia.

Sir

Il testo integrale della Prolusione di mons. Bagnasco