Cultura & Società
Monica Guerritore al Teatro Poliziano di Montepulciano
L’appuntamento inizialmente previsto per la stessa data, “La luna e i falò” con Andrea Bosca, è stato annullato dall’artista per sopraggiunti impegni cinematografici; entra quindi in abbonamento l’esibizione di Monica Guerritore.
È appassionante l’interpretazione di un’attrice che vanta una carriera quarantennale tra cinema e teatro: alternando espressioni, toni e volumi, ora poetici, ora onirici, Guerritore ci conduce in un viaggio verso quell’infinito che poi è la vita. È un incoraggiamento ad affrontare esperienze e novità, a scoprire mondi che magari non esistono e che stanno solo nelle nostre fantasie.
Incentrato sulla Divina Commedia, il testo si apre con il celeberrimo “Nel mezzo del cammin di nostra vita”, evidenziato dalla potenza musicale che introduce il paesaggio dantesco. Dalla cantica dell’Inferno all’Infinito di Leopardi, si uniscono alcuni tra i più significativi capolavori della letteratura mondiale, in un testo scandito con tutto il vigore espressivo di Monica Guerritore che guida lo spettatore nel percorso interno all’animo umano, superando i mostri rappresentati dal caos infernale, con l’obiettivo di uscire a riveder le stelle. Sul palcoscenico, scrittori di epoche diverse riprendono vita, uniti dalla ricerca comune che interroga il senso ultimo dell’esistenza umana.
Le musiche di scena sono selezionate per amplificare l’impatto drammaturgico; tra autori originali quali Sakamoto, Barber e Craig Armstrong, c’è spazio anche per la tradizione etnica indiana.
“Come in altri miei spettacoli – chiarisce l’autrice e interprete – non ho messo in scena un lavoro finito, ma ho preferito praticarlo nel tempo per poi modificarlo, tra una replica e l’altra, fino a renderlo simile alla mia intuizione iniziale.”
“Il viaggio di Dante – conclude Guerritore – quella notte tra il 7 e l’8 aprile del 300 mi ha trascinato in un volo ininterrotto di apparizioni e immagini mentali, di altre parole, altri versi e altri autori che ho preso dalla loro collocazione conosciuta per restituirli a un senso originario e potente”.