Italia
Mondiali di calcio: c’è troppo denaro
Pensa che lo scandalo del mondo calcio possa avere delle ripercussioni sul rendimento dell’Italia ai mondiali di Germania?
“Il mondo del calcio italiano è stato ancora una volta squassato da polemiche e scandali ma ho la sensazione che i nostri calciatori in qualche maniera si sentano coinvolti solo marginalmente a differenza di quello che era capitato in passato, quando in altre situazioni simili, i giocatori erano direttamente coinvolti. Potrebbero scattare delle molle motivazionali particolari tali da spingere i nostri atleti a rappresentare, a incarnare, quella parte del nostro calcio che può mostrare la sua faccia più pulita o meno contaminata. E’ un auspicio anche perché bisognerà fare in conti con una situazione ambientale avversa. Non aspettiamoci di essere accolti con simpatia. All’estero credono che coinvolti nello scandalo siano pure gli atleti. Sarà di fondamentale importanza che la nostra squadra, al di là del risultato sportivo, si comporti bene, sotto il profilo della lealtà sportiva, senza cadere in inutili isterismi. In questo senso le provocazioni saranno molte. Con il comportamento sul campo possono dare una lustratina al nostro calcio”.
Possiamo sempre contare sul tifo appassionato dei nostri emigrati
“Certamente. Nonostante gli emigrati italiani in Germania siano rimasti, anche loro feriti da questo scandalo, complice anche il modo un po’ maligno con cui certa stampa straniera ha presentato calciopoli, non faranno mancare il loro sostegno alla squadra”.
Come giudica la squadra italiana?
“L’Italia ha una buona squadra. Non ero d’accordo con l’entusiasmo crescente intorno agli azzurri di qualche tempo fa, al punto che la nostra squadra era data favorita subito dopo il Brasile. Abbiamo una buona squadra che può battere tutti, Brasile incluso, ma che può fare fatica con tutte le altre. L’importante è che i nostri giocatori recuperino una condizione psico-fisica accettabile, Totti per primo perché è reduce da un brutto infortunio”.
Quale squadra nel nostro girone (Usa, Ghana e Repubblica Ceca, ndr) potrebbe rivelarsi la più ostica?
“Il nostro girone mi sembra piuttosto equilibrato. Credo che con il Ghana non dovremmo avere problemi, anche se con le squadre africane bisogna andare sempre cauti per via del loro modo di giocare in modo spontaneo, gioioso abbastanza lontano dai tatticismi delle squadre nostrane. Bisogna fare moltissima attenzione alle altre due, Usa e Repubblica Ceca, che pure non hanno fatto benissimo nelle amichevoli di preparazione. Gli Usa addirittura ci precedono nella classifica della Federazione mondiale. In Giappone gli Usa hanno praticato un ottimo calcio e lo stesso si deve dire dei Cechi, sempre molti organizzati”.
I campionati mondiali avvicineranno di nuovo gli sportivi a questo sport?
“Questa edizione ha tutto perché la gente torni ad appassionarsi a questo sport. Ci dovrebbero essere condizioni ambientali ottimali, orari delle partite accessibili, stadi comodi e belli”.
E il calcio italiano come potrà uscire da questo scandalo?
“E’ necessario che tutte le componenti del mondo del calcio, atleti e dirigenti per primi, facciano un passo indietro. C’è troppo denaro in giro da cui derivano conseguenze negative per tutto il sistema. Altra cosa importante è recuperare la consapevolezza che il momento più importante di questo sport è la partita giocata sul campo. Oggi questa sembra essere diventata un optional, si parla di tutto, calciomercato, ingaggi, polemiche, moviola, brogli veri e presunti. La partita non viene più giudicata sotto il profilo del gioco ma è utilizzata per fare polemica. La partita deve tornare ad essere il centro di tutto il movimento calcistico. Un grande esempio ci arriva dal mondo dei diversamente abili che hanno una straordinaria capacità di dimostrare la gioia dello sport indipendentemente dal risultato. Il fatto che i nostri atleti, ricchi, famosi, con belle donne, riveriti ed omaggiati non sappiano più sorridere dimostra ce probabilmente c’è qualcosa che non funziona”.
Calcio, al via i mondiali con la zavorra dello scandalo (DI SANDRO PICCHI)