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Mondiali di calcio, anche il vescovo di Rabat tifa Marocco: “Questa inarrestabile ondata di entusiasmo torni utile al Paese”

Raggiunto dal Sir, l’arcivescovo commenta: “Il campionato mondiale di calcio sta portando in Marocco una forte dose di ottimismo, speranza, gioia e senso di nazionalità. È davvero edificante vedere come un’intera città, con il suo Re in testa, festeggia le vittorie della sua squadra di calcio. Attorno a queste conquiste, si unificano gli opposti: non c’è differenza tra giovani e adulti, uomini e donne festeggiano insieme, arabi e amazig (berberi) dimenticano le loro differenze… Si è sviluppato una sorta di ‘orgoglio nazionale’, così come la convinzione che il Marocco possa davvero raggiungere traguardi importanti, non solo nel calcio, ma in tutti i campi della vita. L’autostima dei marocchini è ormai altissima”. “Ma questa euforia e questo entusiasmo – aggiunge il cardinale – non devono far dimenticare che i problemi della vita ordinaria del Paese continuano, che un traguardo in più o in meno non cambia la realtà. La persistente siccità che affligge il Paese si risolve con la pioggia, non con le vittorie calcistiche; l’inflazione non diminuirà anche se vinciamo. La disoccupazione e le disuguaglianze economiche, l’analfabetismo e la scarsa qualità dell’istruzione, l’emigrazione dei giovani, il lavoro minorile e tante altre cose scompariranno solo se ci sarà un lungo processo di lavoro per il bene comune, condiviso tra le autorità e il popolo”. Da qui l’arcivescovo formula un auspicio: “Questa inarrestabile ondata di entusiasmo che ogni partita vinta produce, torni utile alla lunga lotta per la dignità e il benessere di tutti i cittadini”.