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Monache rapite in Siria, nuovo appello del patriarca Giovanni X d’Antiochia

Nuovo e disperato appello di Sua Beatitudine il Patriarca Giovanni X di Antiochia, primate della Chiesa greco-ortodossa di Antiochia e di tutto l‘Oriente, per la liberazione delle monache ortodosse rapite dal monastero greco-ortodosso di Santa Tecla Maaloula.

“Nel mezzo delle tragedie che avvolgono la Siria e dell‘emorragia umana che colpisce il nostro popolo – ha detto il Patriarca in una dichiarazione diffusa ieri dal patriarcato e tradotta in italiano dal sito “ora pro Siria” -, ma anche dell‘ambiguità che continua ad aleggiare sul destino dei nostri due vescovi Aleppo Jean (Ibrahim) e Paul (Yazigi), il nostro Patriarcato di Antiochia e di tutto l‘Oriente ha accolto con grandissimo dolore la notizia della detenzione dei nostri figli, le suore e le orfanelle del monastero di Santa Tecla in Maaloula, lunedi 2 dicembre 2013 e del loro trasferimento fuori del loro monastero, in Yabroud”. Dato che i primi tentativi di far liberare i prigionieri non hanno portato al risultato desiderato, il Patriarcato Greco Ortodosso di Antiochia e di tutto l‘Oriente lancia “un appello urgente e rivolto alla comunità internazionale e a tutti i governi perché intervengano e compiano gli sforzi necessari per fare liberare le nostre sorelle, illese”. “Allo stesso modo – ha proseguito il Patriarca Giovanni – ci appelliamo alla coscienza di tutta l‘umanità e alla coscienza che il Creatore ha posto nel cuore dei suoi figli, compresi i responsabili del rapimento, per far liberare le nostre suore e i nostri orfani”.

Pur ringraziando la comunità internazionale per le espressioni di solidarietà, Sua Beatitudine il Patriarca Giovanni X di Antiochia, sottolinea: “Non abbiamo più bisogno di disapprovazione, condanna o espressioni di preoccupazione per quanto riguarda gli eventi attuali che minano la dignità della persona umana”, ma – aggiunge, “abbiamo bisogno oggi piuttosto di azioni concrete ed effettive e non di parole. Noi non sollecitiamo i responsabili, sia a livello regionale o internazionale, in modo che innalzino la voce per condannare e disapprovare ma chiediamo i loro sforzi, le pressioni e le azioni che portino al rilascio di coloro, le suore, che non hanno avuto altro torto che volersi aggrappare al loro monastero e non volerlo lasciare”. Il Patriarca rilancia poi il suo invito per “la cessazione della logica della lotta in Siria e sostituirla con la logica del dialogo pacifico” perché – aggiunge “la Siria sanguina e del suo sanguinamento è sanguinante il nostro cuore. Bisogna che il mondo intero sappia che una goccia del sangue di un innocente versato su questa terra è più sacra e più preziosa di tutti gli slogan del mondo”. Il Patriarca Giovanni fa poi sapere di aver annullato la visita patriarcale programmata nei paesi arabi del Golfo tra il 6 e il 17 dicembre 2013 e di rimanere a Damasco per “monitorare tutti gli sforzi e i contatti” relativi al “rapimento delle nostre sorelle”.