Toscana

Molti toscani faticano a pagare l’affitto

di Andrea Bernardini

Molti toscani faticano a pagare regolarmente il canone d’affitto. E, negli ultimi anni, nella nostra Regione, è notevolmente cresciuto il numero dei provvedimenti di sfratto emessi nei confronti di singles o famiglie, perché morosi. È quanto osserva Daniele Cosci, segretario regionale del Sicet, il sindacato degli inquilini promosso dalla Cisl, mettendo a confronto una significativa mole di dati forniti dal Ministero dell’Interno.

6411 sfrattiNel 2009, in Toscana, sono stati emessi 6411 provvedimenti di sfratto: 5.388 (dunque l’84%) per morosità degli inquilini e 1005 (16%) per finita locazione o per la necessità del locatore di tornare in possesso del proprio alloggio. 7.857, invece, le richieste di esecuzione di sfratto: 2.227, infine, le famiglie che, di fronte ad ufficiale giudiziario (e spesso anche ai carabinieri), hanno lasciato casa. Il primato degli sfratti spetta alla provincia di Firenze: qui il giudice ha emesso, nel 2009, 2.895 provvedimenti di sfratto, di cui 567 per finita locazione o per necessità del locatore e 2.322 (dunque l’80%) per morosità; il Tribunale ha esaminato 1.429 richieste di esecuzione di sfratto avanzate dai legali del locatore, mentre in 583 casi l’ufficiale giudiziario ha eseguito materialmente lo sfratto; a Pisa, lo scorso anno, il giudice ha emesso 563 provvedimenti di sfratto (89 per finita locazione e 474 per morosità), a Pistoia 506, a Lucca 495, ad Arezzo 489, a Livorno 457, a Prato 445, a Grosseto 206, a Massa Carrara 198, a Siena 157. Negli ultimi anni, il numero degli sfratti in Toscana è più che raddoppiato: nel 2001 erano 3.103 i provvedimenti di sfratto emessi dal giudice, 3.246 le richieste di esecuzione di sfratto avanzate dai legali del locatore, 836 gli sfratti eseguiti dall’ufficiale giudiziario. La crescita dei «morosi»Ed è anche cresciuta l’incidenza dei provvedimenti di sfratto emessi per morosità dell’inquilino: nel 1983 «solo» 15 famiglie su 100 «sfrattate» erano morose, nel Duemila 52 su 100, lo scorso anno, appunto, 84 ogni cento. Cos’è successo? Secondo Daniele Cosci, il ricorso allo sfratto nei casi di inadempienze dell’inquilino  è cresciuto dopo il 1998, con l’introduzione dei canoni liberi.

«A Firenze, tra il 1999 ed il 2000, l’affitto per un alloggio di 4 o 5 vani (dunque di 80/90 mq) oscillava tra le 900mila lire e il milione e 200mila lire mensili, pari a 450/600 euro; mentre quelli stipulati tra il 2008 ed il 2009 variano tra i 900 ed i 1.100 euro mensili. A Pisa abitare in una casa delle stesse dimensioni, dieci anni fa, costava all’inquilino tra le 700mila lire ed il milione (350/500 euro), oggi costa tra i 750 e gli 850 euro. In definitiva, mentre l’inflazione indicata dall’Istat è aumentata in questo decennio del 20% circa – ed il potere di acquisto dei cittadini si è ridotto – i canoni sono quasi raddoppiati. Fino ad incidere per il 40-50% sul reddito di un nucleo familiare». «Oggi ai nostri sportelli incrociamo decine di persone che, ritrovatisi in cassa integrazione o addirittura senza lavoro, si trovano costretti a scegliere tra pagare il locatario o la spesa alimentare». «In Toscana – dice Cosci – ci sono circa 195mila famiglie che abitano in affitto; se da queste togliamo le 50mila che vivono in un alloggio popolare, ci accorgeremo che, solo nel 2009, il 4,5% degli inquilini hanno ricevuto una lettera di sfratto, e che il 5,5% han dovuto lasciar casa rapidamente perché lo sfratto era divenuto esecutivo. A questi numeri aggiungiamo le migliaia di sfratti emessi ed eseguiti nel corso degli anni precedenti e riusciamo a percepire il dramma di tutte queste famiglie e l’entità del problema sociale che preoccupa ormai tutti i principali Comuni della nostra Regione soprattutto quelli riconosciuti “a tensione abitativa”».

Non va molto meglio a tanti toscani che, anni fa, decisero di acquistare casa perché in una situazione economica più stabile: oggi, ritrovatisi nella stessa condizione degli altri, non riescono a far fronte alle rate del mutuo. E in diversi casi la loro casa è stata messa in vendita all’asta.

I contributi all’affittoNel frattempo il fondo messo a disposizione dello Stato per aiutare i cittadini meno abbienti a pagare l’affitto è andato via via calando. «Alla Toscana sono stati messi a disposizione nel 2000 22milioni e 31mila euro, scesi a 14milioni e 330mila euro nel 2006, a 12milioni e 650mila euro nel 2008, saliti a 12milioni e 999mila euro, e di nuovo scesi a 10milioni e 400mila euro nel 2010. Le domande di sostegno all’affitto, nel frattempo, sono costantemente aumentate: erano circa 12.700 nel 2001, sono salite a 19.250 nel 2006, presumibilmente sono state più di 21mila nel 2010». A queste somme «va aggiunto il contributo regionale, intorno ai 4,5milioni di euro, e quello erogato, di anno in anno, dai singoli comuni. Comunque insufficienti rispetto alle reali esigenze delle famiglie».

Conclude amaramente il sindacalista: «Il Governo nazionale ha elaborato il “Piano Casa”, offrendo cioè ai proprietari la possibilità di ingrandire la propria abitazione. Ma un piano casa dovrebbe servire a dare una casa a chi non ce l’ha e non ad ingrandire quella di coloro che già ce l’hanno. E, invece, almeno fino ad oggi, nessuna prospettiva e nessuna protezione per chi si trova in condizioni di precarietà abitativa; non parlo solo di chi ha lo sfratto, ma anche di tante migliaia di famiglie che fanno salti mortali per pagare un affitto troppo alto, rinunciando spesso all’essenziale pur di onorare l’impegno contrattuale».

I numeri dicono che siamo all’emergenzaIn 10 anni, dall’anno successivo al varo della Legge 431/98 fino ad oggi, il numero degli sfratti è più che raddoppiato e gli sfratti per morosità sono triplicati, segno evidente che è proprio la difficoltà a pagare l’affitto troppo alto che incide maggiormente sulla emissione degli sfratti; allo stesso modo anche le richieste di esecuzione di sfratto e gli sfratti eseguiti sono aumentati rispettivamente di 2,5 volte e di tre volte.

A Firenze gli sfratti, in questo primo decennio del nuovo secolo sono aumentati del 60% passando da circa 1200 del 2001 a quasi 3.000 del 2009 e le morosità sono aumentate oltre il 70%; a Livorno gli sfratti, nel periodo, sono raddoppiati e le morosità sono aumentate del 75%. Pisa è una delle province toscane dove la crisi abitativa si manifesta in modo più evidente: gli sfratti emanati dal giudice sono aumentati dell’86%; nel 2009 sono stati 563 e le richieste di esecuzione ben 882; degli sfratti emessi nel 2009 474 (oltre l’84%) sono per morosità. Ma anche a Pistoia gli sfratti sono aumentati dell’81%, nel periodo, e la morosità dell’84% e a Massa del 50%. Complessivamente la percentuale degli sfratti per morosità, nel 2009, ha raggiunto in Toscana l’84%: sono stati 5.388 su 6.411 sfratti emessi.

Da tener presente che le richieste di esecuzione di sfratto sono passate da 3.100 del 2001 a 7.850 del 2009 e gli sfratti eseguiti da 838 a 2.227, quasi triplicati. È il segno evidente di una condizione abitativa delle famiglie in affitto che si è notevolmente aggravata nel corso degli anni.

In Toscana ci sono circa 195.000 famiglie che abitano in affitto; se di esse non consideriamo le 50.000 che vivono in alloggio popolare, l’incidenza delle famiglie che nel corso del solo 2009 hanno subito uno sfratto è pari al 4,5% e di quelle per le quali è stata chiesta l’esecuzione di sfratto è pari al 5,5%.