Toscana
Moby Prince, misteriosa aggressione riapre il caso
I PROCESSI – Il 31 ottobre 1997 i giudici del tribunale di Livorno assolvono i quattro imputati dall’accusa di omicidio colposo “perché il fatto non sussiste”. Nella motivazione, si parla di “avventata fiducia nella guida a vista, non confortata neppure da una pur saltuaria verifica al radar, invalidata da sostanziale negligenza e disattenzione”. Il processo d’appello si svolge per un solo imputato, il terzo ufficiale della Agip Abruzzo. La Corte d’ appello di Firenze lo ritiene responsabile di disastro colposo e omicidio colposo plurimo, ma riconosce l’ intervenuta prescrizione dei reati. Due settimane dopo, il pretore di Livorno assolve l’ ex nostromo della ‘Moby Prince’ e l’ ispettore della Navarma, accusati di frode processuale per un presunto tentativo di manomissione delle timonerie. La seconda sentenza viene confermata in appello il 10 luglio 1998 e in Cassazione il 18 marzo 1999.
LA RIAPERTURA – A ottobre del 2006 la Procura di Livorno riapre le indagini dopo un esposto presentato dall’ avvocato Carlo Palermo (ex giudice), che ipotizza uno scenario con navi militari americane impegnate in misteriosi movimenti di armi nel porto livornese. A luglio di quest’anno, il pm Antonio Giaconi ha anche ascoltato, come persona informata dei fatti, il senatore a vita Giulio Andreotti, presidente del Consiglio all’epoca dei fatti.
I MISTERI – Ancora misteriose le cause del disastro. Le ipotesi hanno preso in considerazione la nebbia, l’eccesso di velocità, un’esplosione, un guasto alle apparecchiature di bordo. Si è parlato anche di soccorsi partiti in ritardo a causa della trasmissione in tv della semifinale di Coppa Uefa fra Juventus e Barcellona. Per i familiari delle vittime, la strage del Moby Prince è un'”Ustica del mare”. (ANSA).