Italia

MISSIONARI, APPELLO CONTRO GUERRA IRAQ

Estrema preoccupazione viene manifestata dai missionari e dalle missionarie del Suam (Segretariato unitario di animazione missionaria, che riunisce i rappresentanti di tutti gli istituti, associazioni ed enti missionari) per la crescente crisi internazionale, con particolare riferimento all’acuirsi della tensione tra Stati Uniti e Iraq. Riuniti in assemblea a Ravenna, hanno diffuso il seguente appello.

“Come cittadini e missionari, ci rivolgiamo in modo particolare a voi, politici e governanti del nostro Paese, affinché non vi lasciate travolgere dalla logica – che sembra affermarsi sempre più oggi nel mondo – secondo cui le scorciatoie della forza, delle armi e della guerra debbano essere i percorsi più celeri ed efficaci per regolare i rapporti conflittuali tra i popoli o per debellare violenze e terrorismi. E’ una logica immorale ed inefficace a spirale esponenziale, un percorso senza ritorno. Constatiamo, infatti, che i recenti e sempre più facili conflitti armati non solo sono stati incapaci di fermare il terrorismo internazionale, ma hanno semmai aggravato le situazioni di violenza provocando morte, distruzione ed immane sofferenza per milioni di persone e famiglie innocenti; hanno acuito il risentimento tra i popoli e le culture. Noi missionarie e missionari ci uniamo, con tutta la forza interiore di cui siamo capaci, all’appello che il Papa ha rivolto ai cattolici e a tutte le persone di buona volontà, ad un anno dai tragici e disumani attacchi terroristici e riaffermiamo che è quanto mai ‘necessario ed urgente uno sforzo concorde e risoluto per avviare nuove iniziative politiche ed economiche capaci di risolvere le scandalose situazioni di ingiustizia e di oppressione, che continuano ad affliggere tanti membri della famiglia umana, creando condizioni favorevoli all’esplosione incontrollabile del rancore. Quando i diritti fondamentali sono violati è facile cadere preda delle tentazioni dell’odio e della violenza. Bisogna costruire insieme una cultura globale della solidarietà, che ridia ai giovani la speranza nel futuro… Solo dalla verità e dalla giustizia possono scaturire la libertà e la pace. Su questi valori è possibile costruire una vita degna dell’uomo. Fuori di essi c’è solamente rovina e distruzione’. Ci rivolgiamo a voi, politici e governanti, che rappresentate noi e la nostra nazione in Italia e nel consesso internazionale, perché siamo convinti che ‘voi siete capaci di portare pace, di riceverla e di donarla’ e che l’unica vera soluzione sia quella di ‘mettervi attorno ad un tavolo per discutere le vie e i mezzi che conducono al bene comune, con spirito di realismo umano, etico e politico’. Abbiamo volutamente preso in prestito queste ultime parole dall’appello che i vescovi del Burundi hanno recentemente rivolto ai ‘governanti e ai belligeranti’ del loro Paese, perché è una delle tante voci che testimoniano e provano, da una parte la spirale distruttrice e irrefrenabile della violenza armata e dall’altra la genuina e inviolabile aspirazione di pace e di convivenza delle popolazioni del Sud e del Nord del mondo. Con loro affermiamo che ‘il dialogo è l’unica soluzione ragionevole’, non solo per risolvere i rapporti conflittuali che hanno radici remote ma anche per ‘prevenire’ il sorgere di nuove conflittualità e per vivere e governare nella pacifica convivenza”.