Toscana
Misericordie, parla il nuovo presidente
di Claudio Turrini
Gabriele Brunini, 56 anni (nella foto, sotto), è il nuovo presidente della Confederazione nazionale delle Misericordie, che raggruppa 727 Confraternite, con oltre 600 mila iscritti, in tutta Italia. All’assemblea di Roma del 6 ottobre scorso ha ricevuto 318 voti su 502 votanti, una maggioranza «forte» che lascia sperare in una ritrovata unità.
Presidente, come sta la Confederazione? Lei ha parlato dell’esigenza di voltar pagina a «polemiche inconcludenti e dannose».
«Negli ultimi anni, anche a seguito delle vicende della società di servizi Millennium, le polemiche sono state molto forti e questo aveva portato a lacerazioni interne, difficilmente sanabili. Il tentativo che abbiamo fatto con queste elezioni è di ritrovare unità tra i confratelli».
E ci siete riusciti?
«Lo si è visto al momento del voto, con un presidente votato a larga maggioranza e un consiglio nazionale che si riconosce nel presidente eletto per almeno 24-25 consiglieri su 29. Ora dobbiamo lavorare perché questa unità sia effettiva e non soltanto un accordo elettorale».
Quanto ha pesato l’assemblea della primavera scorsa a Firenze?
«È lì che è nato l’accordo. Anche se nella fretta del momento non tutti furono coinvolti e qualcuno si sentì un po’ escluso e poi lo ha contestato. Adesso, per usare un’espressione un po’ abusata, voglio essere davvero il presidente di tutti, anche di coloro che non si sono riconosciuti nell’accordo».
Cosa la differenziava dall’altro candidato alla presidenza, Angelo Passaleva?
«Con tutto il rispetto per la persona Passaleva, la diversità stava nel fatto che io sono nel Consiglio nazionale dal 1985 e ho una grande conoscenza dei meccanismi e delle realtà interne del movimento. Passaleva invece era stato scelto da alcuni come un personaggio esterno di un certo spessore».
Rispetto ai due mandati di Gambelli come si caratterizzerà la sua presidenza?
«Spero in un maggior coinvolgimento della base e in una maggiore collegialità. Anche perché, rispetto alla tradizione del presidente pensionato, io ho ancora un lavoro e avrò quindi bisogno di fare squadra. Vorrei creare attorno alla Confederazione un grande movimento di opinione, con i governatori e i confratelli coinvolti anche nei momenti di rappresentanza e di discussione».
Una delle esigenze del movimento è il recupero delle radici cristiane…
«Le Misericordie devono essere davvero il braccio operativo della carità, come dice Benedetto XVI nella sua enciclica, riferendosi alle grandi confraternite del passato. Dobbiamo ricercare anche una maggiore sintonia con la gerarchia, in particolare con la Cei. Siamo un movimento nazionale e dovrebbe essere la Cei a nominare l’assistente, o il correttore, come lo chiamiamo noi. A livello locale poi è essenziale che le Misericordie abbiano un rapporto stretto con la Chiesa locale, con le parrocchie, con le Caritas, perché in molte realtà noi possiamo camminare insieme alle Caritas, o dove non sono presenti, svolgere anche le loro funzioni».
Lei è stato sindaco di centro-destra per due legislature a Borgo a Mozzano. Quanto pesa la politica nella Confederazione?
«Non c’è una divisione di questo tipo. Borgo a Mozzano, di cui sono stato sindaco per una civica di centro-destra, è sempre stato un comune di centro-sinistra. Questo vuol dire che a me arrivava un voto trasversale. In questo momento non sono iscritto ad alcun partito e ho chiuso con l’esperienza politica, perché ritengo di dover essere un interlocutore autorevole con qualsiasi parte politica, sia a livello locale che nazionale. E posso dire che anche con la Regione Toscana credo di avere possibilità di buoni rapporti».
Tra gli impegni prossimi c’è l’approvazione del nuovo statuto…
«Questo mandato dovrà risolvere il nodo del nuovo statuto, però ritengo che prima dobbiamo capire bene chi siamo, dove operiamo e dove vogliamo andare. Solo sulla base di questo ci potremo dare un nuovo statuto».
E riguardo alla società «Millennium» cosa pensate di fare?
«La Millennium come società di servizi, che offre possibilità alle Misericordie di acquisti con sconti, di opportunità di forniture, ecc. è un’intuizione felice, ma la società è stata male utilizzata e forse conviene chiuderla e trovare altre formule gestite direttamente dalla Confederazione o gestite insieme ad altre realtà del mondo cattolico».
Nel suo «manifesto» elettorale ha scritto che «non esistono nuove povertà. Cosa voleva dire?
«A volte si vuole inventare qualcosa di nuovo nella carità. Io credo che la carità del Vangelo, la carità delle sette opere di misericordia corporali e delle sette spirituali, ci dà l’opportunità di affrontare qualsiasi situazione. Ed è opportuno che le Misericordie allarghino il loro raggio di azione dal solo trasporto sanitario, come in molti fanno ormai, ad un ventaglio di carità nel piccolo o nel grande, che con il tempo abbiamo trascurato. È carità, ad esempio, anche riprendere le mutature tipiche della Misericordia fiorentina».
Gabriele Brunini, di Borgo a Mozzano (Lu), dove è nato il 20 giugno del 1951, è sposato e ha due figlie. A 19 anni è diventato governatore della locale Misericordia e dal 1985 al ’95 ha fatto parte del Consiglio nazionale della Confederazione, con incarichi dal 1989 al 1995 anche nel consiglio di presidenza. Dal ’95 al 2004, è stato per due mandati sindaco di Borgo a Mozzano, con una lista civica di centro-destra. Ha ricoperto anche incarichi nella «Millennium service srl», dalla cui presidenza si è dimesso nel marzo 2004.
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