Italia

Misericordie: Corsinovi su «Servizio pubblico», non fare di tutta l’erba un fascio

«In un Movimento grande e diffuso come il nostro – così come in tutti i consessi – non è possibile escludere che esistano zone grigie. E nel caso in cui dovessero emergere non ci sarebbe titubanza ad affrontarle. Ma selezionando e montando in modo capzioso voci e testimonianze, facendo di tutta l’erba un fascio non si fa un buon servizio alla verità dei fatti, né del buon giornalismo». È la reazione del presidente della Federazione delle Misericordie della Toscana, Alberto Corsinovi, ai servizi andati in onda giovedì sera nella trasmissione ‘Servizio pubblico’ e dedicati ai centri di accoglienza di Lampedusa e di Isola Capo Rizzuto, gestiti dalle Misericordie. Una trasmissione che il presidente toscano definisce «strumentale», precisando che, «anche per quanto riguarda gli accostamenti politici è sicuramente azzardata l’equazione Misericordie = Centro Destra. Nelle nostre associazioni è rappresentato l’intero arco costituzionale e ci si relaziona con tutti».

«Essere Misericordia oggi – spiega Corsinovi- significa occuparsi anche delle nuove forme di povertà, come l’immigrazione, e farlo come abbiamo sempre fatto, a servizio di chi ha bisogno. Se fosse accertato che qualcuno si nasconde dietro a questi valori per fini di lucro e per perseguire il proprio tornaconto non avremmo esitazioni nel prendere provvedimenti. Ma alzare un polverone generalizzato come è stato fatto, evocando ombre pesanti senza peraltro provarle è profondamente ingiusto nei confronti delle decine e decine di migliaia di volontari che gratuitamente si spendono per gli altri».

«Dirigere una Misericordia, esserne ‘governatore’, non significa né prebende né onorificenze», precisa Corsinovi: «I governatori sono volontari come tutti gli altri; volontari che hanno solo responsabilità diverse rispetto alla gente di buona volontà – i nostri confratelli e le nostre consorelle – che da secoli, ogni giorno, ci danno un pezzo della loro vita ritagliando tempo al lavoro, alla famiglia, alle relazioni personali. Anche a nome loro ribadisco che siamo orgogliosi di essere Misericordia, orgogliosi di essere Misericordie».