Toscana

Misericordia di Prato, il giudice nega il provvedimento d’urgenza per commissariamento di Oste

Tra la Misericordia di Prato e la sezione di Oste è in corso un braccio di ferro iniziato il 16 agosto, quando il Magistrato dell’Arciconfraternita aveva disposto il commissariamento della Confraternita locale per il venir meno della fiducia con gli organi direttivi ostigiani. Il presidente di Oste, Daniele Bartoletti, e il suo consiglio non hanno mai accettato la decisione dell’azzeramento delle loro cariche da parte della Misericordia centrale e di fatto hanno impedito al commissario Massimiliano Iacolare, nominato dall’Arciconfraternita, di esercitare la propria funzione e di entrare all’interno della sede via Scarpettini. Proprio quest’ultima è il pomo della discordia tra le due parti. Il pronunciamento del giudice avvenuto lunedì non ha chiuso la vicenda ma è solo una ordinanza emessa all’interno del contenzioso sulla proprietà dell’immobile.

A marzo di quest’anno Oste chiese al tribunale di trascrivere la titolarità della sede a proprio nome, annunciando così la conseguente richiesta di distacco e autonomia dall’Arciconfraternita. Da parte sua la Misericordia di Prato ha rivendicato la proprietà dell’immobile, come del resto lo è quella di tutte le 26 sedi sparse sul territorio, e ha considerato la richiesta di scissione come una rottura. Tutto questo ha determinato il venir meno di un rapporto di fiducia tra i vertici centrali e gli organi periferici.

Sappiamo che in Italia i processi civili non si risolvono in tempi brevi e per questo, tramite i propri avvocati, la Misericordia di Prato aveva chiesto al giudice di consentire l’esecuzione del commissariamento, ovvero di permettere a Iacolare di poter svolgere le proprie funzioni senza essere ostacolato. Questa richiesta è possibile ricorrendo ad un provvedimento d’urgenza ex articolo 700 del codice di procedura civile, una misura cautelare che ha la funzione di anticipare gli effetti della decisione di merito affinché non vi siano danni gravi e irreparabili che poi andrebbero a inficiare i risultati della sentenza. Il giudice Gianluca Morabito ha ritenuto non sussistenti questi motivi e quindi, in sostanza, la Misericordia di Prato può aspettare la fine del processo per veder entrare in funzione Iacolare.

«Il rigetto del tribunale di Prato non si pronuncia sull’atto di commissariamento che rimane dunque nella sua piena validità secondo quanto previsto dallo statuto dell’Arciconfraternita – scrive la Misericordia di Prato in una nota -, di conseguenza, la titolarità della sede, dei beni strumentali, mezzi compresi, come anche delle convenzioni restano tutti nella titolarità dell’Arciconfraternita». Il magistrato dell’Arciconfraternita ha comunque deciso di proporre reclamo al rigetto.

Di diverso avviso la Misericordia di Oste, che parla di commissariamento respinto. «La Misericordia di Oste trova nuovamente conferma sulla giustezza del proprio operato nel disposto del giudice – scrive la sezione di Oste – e, pur avendo subìto una grave ingiustizia, ribadisce nuovamente il desiderio di trovare una soluzione pacifica e fraterna alla controversia, nonostante anche l’ultima nostra proposta, in fase di conciliazione, sia stata nuovamente rigettata dalla Misericordia di Prato». Ma poi nella nota i vertici della sezione di Oste sottolineano ancora una volta di voler arrivare all’autonomia e di volersi separare da Prato.