Toscana

Minori stranieri, per un cammino di diritti, giustizia, umanità

di Alessandro Martinidirettore della Caritas di Firenze

In questo tempo in cui tutto ciò che è «minore» viene marginalizzato, è difficile affrontare ed approfondire una riflessione rispetto alla realtà dei minori stranieri tra noi nelle diverse situazioni di provenienza, di permanenza e accompagnamento nello svilupparsi del proprio percorso di vita.

È difficile essere «minori» nella società moderna e si è minori non solo per motivi anagrafici ma anche per condizioni economiche, sociali, culturali, di non adeguata formazione, educazione e soprattutto perché isolati da un contesto sociale in cui non si riesce ad integrarsi perché stranieri, percepiti con paura dalla comunità, portatori di nuovi problemi, di disagio sociale e comunque come soggetti estranei capaci solo di rompere più o meno consolidati equilibri. Per chi è minore e straniero è difficile un cammino di vita tra noi sereno, positivo e dignitoso.

È necessaria poi un’ulteriore puntualizzazione per ben comprendere la gravità e la complessità delle situazioni verso le quali si trovano ad operare i diversi soggetti pubblici del volontariato e del privato sociale.

I minori stranieri possono essere individuati tra noi: nei tantissimi bambini arrivati in adozione da diverse parti del mondo e che, pur inseriti con esemplare impegno dalle famiglie adottive, nel contesto scolastico e sociale manifestano talvolta difficoltà, disagi, sofferenze e problemi davvero rilevanti.

Importante per numeri e problematicità l’esperienza dei minori coinvolti nei ricongiungimenti familiari, che non sempre avviene in modo semplice, sereno e adeguato. È una immigrazione indotta per loro dai propri adulti di riferimento ed anche se è sostenuta dagli affetti e dalle relazioni intrafamiliari è condizionata da un duro sradicamento dal proprio contesto di partenza senza una piena consapevolezza e coscienza di quanto stanno vivendo. Rilevanti per i disagi e le sofferenze di minori stranieri risultano anche tutte le situazioni in cui donne sole con percorsi di vita già fragili e problematici si trovano ad affrontare maternità e infanzia dei propri figli nati magari da relazioni non consolidate o da rapporti non in grado di sostenere relazioni familiari solide e positive.

Una delle realtà più preoccupanti in assoluto è costituita dal numero dei minori stranieri soli, abbandonati e accolti presso strutture di accoglienza con difficoltà economiche, sociali e organizzative degli enti locali e di quanti operano in questo settore. Solo a Firenze, sono circa duecentocinquanta i minori assistiti presso centri protetti in carico al comune, con un futuro incerto, carico di incognite e sofferenze. Situazione ancor più delicata e difficile da seguire è quella in cui si trovano i ragazzi che delinquono e sperimentano il percorso detentivo minorile.  Maschi, quasi tutti nord africani o dell’est Europa, con qualche sud americano; queste le principali presenze presso il carcere minorile fiorentino. È purtroppo costituisce oramai una piaga la voce sfruttamento di cui sono vittime anche nei nostri territori civilissimi, tanti ragazzi e ragazze; penso alla prostituzione in cui si coinvolgono minori perché più appetibili per lo squallido mercato del sesso a pagamento; penso al lavoro nero, sottopagato e privo di tutele a cui sono costretti dagli stessi genitori.

Le diverse e ben visibili presenze degli insediamenti Rom più o meno autorizzati esigono poi da noi una riflessione del tutto specifica e mirata. Sappiamo dei problemi culturali, sociali ed economici, e sappiamo anche che talvolta queste comunità usano coinvolgere i propri minori in accattonaggio, piccoli furti e azioni non condivisibili sul piano della legalità verso quest’ultima realtà proprio in questi giorni è accesa la discussione innescata dalla volontà espressa dal ministro Maroni di schedare con le impronte digitali  tutti i minori di questi gruppi etnici. E’ una proposta questa peraltro bocciata dal Parlamento Europeo, che non solo non fa onore al nostro paese ma ancor peggio mortifica il valore della dignità e il diritto di ogni persona ad essere rispettata per ciò che rappresenta in sé indipendentemente da tutto il resto.

L’esperienza fiorentina, ma credo di poter dire toscana, pensando alle importanti esperienze pisana, pratese e pistoiese, insegna che quando si pongono in atto azioni coordinate tra enti locali, associazioni e soggetti sociali diversi per progetti di inserimento scolastico, di socializzazione, di inserimento al lavoro, anche certe difficili situazioni di partenza possono divenire progetti di futuro dignitoso e umano per tutti. I minori stranieri in Italia rappresentano  per numero e per prospettive un grande investimento culturale, economico e sociale per il nostro paese e una grande opportunità di crescita di tutta una comunità sempre più variegata per storie ed espressioni umane. L’unica via possibile ed auspicabile non può che essere quella di vera e consolidata azione coordinata, concertata e condivisa dai diversi attori sociali per progettare, programmare e gestire un futuro  improntato al riconoscimento delle diversità come ricchezza, all’accoglienza, alla coesione sociale interpretato e declinato da uomini e donne più desiderosi di vivere insieme condividendo ed apprezzando le diversità, che impauriti e diffidenti per la scomoda presenza di un prossimo verso cui non sono capaci neppure di tendere la mano.

I minori stranieri di oggi saranno certamente cittadini, protagonisti in tanti campi della nostra futura comunità, ponti tra culture diverse e risulteranno determinanti per lo sviluppo, la pacifica convivenza e la democrazia del nostro paese. Più che un percorso di carità è un cammino di diritti, di giustizia e di umanità.