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Migrazioni: Timmermans, «Tutti dicono basta morti in mare, ma poi non accolgono i profughi»
Giornata impegnativa all’Europarlamento, riunito per la plenaria nella sede di Strasburgo. Duro monito del vicepresidente della Commissione di fronte alle resistenze di diversi paesi membri ad accogliere quote di profughi.
Giornata impegnativa all’Europarlamento, riunito per la plenaria nella sede di Strasburgo. La giornata è aperta da un confronto fra le tre istituzioni – Parlamento, Consiglio e Commissione – sulle misure urgenti e sull’Agenda proposta dall’Esecutivo sulle migrazioni. L’argomento è all’ordine del giorno, anche perché diversi Paesi si stanno opponendo, ancora una volta, al varo di una vera politica comune in materia. In emiciclo si discuterà inoltre di norme antiriciclaggio per combattere evasione fiscale e finanziamenti al terrorismo, della situazione in Macedonia, del summit del Partenariato orientale (20-21 maggio). Approderà in aula la relazione sullo stato di avanzamento dei negoziati con la Turchia, sui quali i gruppi politici hanno espresso molte perplessità, con Ankara sempre più distante dai 28. In Agenda anche il congedo di maternità e la crisi dell’olivo in Italia. Frans Timmermans, vicepresidente della Commissione, intervenendo sul piano per le migrazioni, ha tra l’altro affermato: «Tutti dicono che bisogna porre fine agli annegamenti in mare, ma poi non si dice cosa fare delle persone» recuperate dai barconi nel Mediterraneo. «Se si vuole affrontare seriamente la materia migratoria ci vogliono, insieme, solidarietà e responsabilità».
Timmermans ha poi ribadito che «settimana prossima la Commissione presenterà un meccanismo di trasferimento temporaneo» degli immigrati giunti sulle coste dell’Europa meridionale» per «sollevare i Paesi sotto pressione migratoria», alludendo soprattutto all’Italia e a Malta. «Poi occorrerà procedere con un meccanismo permanente, nell’ambito della codecisione»,ossia dell’attività legislativa ordinaria. Il vicepresidente dell’Esecutivo ha richiamato altri punti dell’agenda proposta il 13 maggio, compreso il «piano di reinsediamento di 20mila profughi attualmente detenuti in campi di prima accoglienza» in Paesi di transito, fra Africa e Medio Oriente. Ma la prospettiva dev’essere ancora più ampia: «Dobbiamo affrontare seriamente l’immigrazione illegale – proteggendo le frontiere e attuando rimpatri efficaci per chi non ha diritto di asilo – per poter essere credibili nel proporre un piano per la migrazione legale, di cui l’Europa ha bisogno. Solo così l’opinione pubblica sarà dalla nostra parte». Al piano della Commissione è giunto il sostegno dei due maggiori gruppi all’Europarlamento, ossia Popolari e Socialisti e democratici. Convergenze anche da Liberaldemocratici e Verdi.