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Migrazioni: Sassoli, basta far morire povera gente in mare. Avanti con la riforma di Dublino
(Strasburgo) «La voce del Parlamento e le decisioni del Parlamento, specie quando sono così a grande maggioranza devono essere rispettate di più». È il presidente David Sassoli a rivendicare con fermezza, in conferenza stampa a margine dell'incontro con il premier finlandese Antti Rinne, un ruolo più incisivo per il Parlamento. Il riferimento è alla gestione dei flussi dei migranti e alla riforma dell'accordo di Dublino che è stata votata in emiciclo il 16 dicembre del 2017 e poi «messa in un cassetto», ha segnalato Sassoli.
«Su Dublino il Parlamento ha indicato delle linee di riforma per consentire all’Europa di avere strumenti per intervenire». Perché «se si dice che chi arriva in Italia, in Grecia, in Spagna, a Malta, a Cipro, arriva in Europa, è evidente che l’Europa ha la possibilità di organizzare la propria presenza e il proprio intervento».
Da Sassoli quindi l’invito al Consiglio di riprenderla, e lo dico «non da presidente, ma con tutto il Parlamento». Se «l’Europa non ha gli strumenti» per intervenire, ogni volta è «solo un’emergenza». Occorre invece «programmare un intervento sulle migrazioni», con tempi e visione. Bisogna riprendere quelle «linee di riforma», sedersi intorno a un tavolo e «dare all’Europa la possibilità di affrontare un’emergenza come quella dell’immigrazione che non finisce con i barconi che arrivano o che addirittura si ribaltano nel Mediterraneo facendo morire povera gente, ma che durerà negli anni», così Sassoli.
Proprio in aula oggi si tiene un dibattito sull’assistenza umanitaria nel Mediterraneo, per discutere con il Consiglio e la Commissione «le operazione delle Ong nel Mediterraneo e le posizioni divergenti degli Stati membri». Previsti gli interventi della ministra finlandese per gli affari europei Tytti Tuppurainen per il Consiglio e del commissario per le migrazioni Christos Styalinides.