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MIGRAZIONI, MONS. PEREGO (MIGRANTES): C’È BISOGNO DI UNA REVISIONE DELLA BOSSI-FINI

“C’è bisogno di una revisione della legge, che in parte è già avvenuta con il pacchetto sicurezza, il quale però ha migliorato alcuni elementi e rischia di peggiorarne altri”. E’ il parere di mons. Giancarlo Perego, direttore generale della Fondazione Migrantes, interpellato dai giornalisti sulla questione della cittadinanza agli immigrati, nel corso della conferenza stampa di presentazione della Giornata mondiale delle Migrazioni, in programma domenica prossima. “Sia per quanto riguarda la Turco-Napolitano, sia per quanto riguarda la Bossi-Fini – ha ricordato mons. Perego – abbiamo presentato una serie di osservazioni critiche che sono state in parte recuperate, e in parte sono ancora da recuperare”. In particolare, sta a cuore a Migrantes “la possibilità di incontro tra domanda e offerta nel mondo del lavoro, che è un modo per sconfiggere l’irregolarità, e la questione dei ricongiungimenti familiari e dei tempi del permesso di soggiorno, per ottenere il quale si rischia anche un anno di attesa”. Sono 8 mila, in Italia, i minori non accompagnati censiti dalla Questura, a cui – secondo stime di Migrantes – ne vanno aggiunti altri 1.500-1.600: per loro, ha detto mons. Perego, “va rafforzata la rete di protezione e di tutela, che passa anche attraverso la scuola e il lavoro, in modo che non subiscano forme di sfruttamento, come la prostituzione”. Per quanto riguarda la concessione della cittadinanza italiana ai minori stranieri che abbiano compiuto 18 anni, prevista dalla Bossi-Fini, mons. Perego ha messo in guardia dal “pericolo che al tre si aggiunga il due”. La legge attuale, infatti, prevede che la cittadinanza venga concessa se il maggiorenne è presente da tre anni sul nostro territorio, o se da due anni segue un percorso in una comunità di accoglienza (non la somma dei due requisiti, ndr.). In sintesi, in materia di legge sulla cittadinanza – ha detto mons. Perego rispondendo ai giornalisti – chiede “una cittadinanza che significa responsabilità, non solo in termini di diritti ma anche di doveri; che comporti la tutela dei diritti fondamentali della persona; che riconosca i 500 mila bambini stranieri nati in Italia); che rafforzi percorsi di città che non creano ‘cittadini di serie B’”.Sir