Italia
Migrazioni: Fondazione Ismu, nel 2014 sbarchi record. In aumento le famiglie
Nel corso di questi vent’anni la presenza dei migranti si è consolidata stabilizzandosi: si è passati infatti da un‘immigrazione legata a motivi di lavoro a una immigrazione per motivi familiari. Dal 2013 poi è esploso il fenomeno degli sbarchi, che ultimamente sono diventati sempre più numerosi. Negli ultimi quattro anni infatti abbiamo assistito, da un lato, a una forte diminuzione (causata dalla crisi economica) dei flussi in entrata legati ai permessi di soggiorno e, dall’altro, a un aumento dei migranti che approdano via mare in fuga dai loro paesi in difficoltà. Dal 1° gennaio al 15 ottobre 2014 i migranti sbarcati in Italia hanno toccato la cifra record di quasi 150mila unità, numero più che triplo rispetto a quello degli sbarcati nel 2013 (43mila). Ma alcune recenti ricerche mostrano che le mete preferite dei migranti che approdano via mare sulle coste italiane sono la Svezia e la Germania, e in generale il Nord Europa.
Al 1° gennaio 2014 la popolazione straniera in Italia è stimata da Ismu in oltre 5 milioni e mezzo di stranieri (regolari e non), con un aumento di oltre mezzo milione di unità rispetto all’anno precedente. L’incremento effettivo sembra dovuto soprattutto agli ingressi per ricongiungimento familiare. Secondo i dati più recenti le famiglie che hanno esclusivamente componenti stranieri sono oltre 1 milione e 300mila. Oggi la componente irregolare è ai minimi storici (6% del totale, pari a circa 300mila unità), sia per effetto delle più recenti sanatorie, sia per la minor forza attrattiva del mercato del lavoro nel nostro paese. Passando alle nazionalità, rumeni, albanesi e marocchini rappresentano nel 2013 complessivamente il 40% degli stranieri presenti. Nonostante il perdurare della crisi, gli occupati stranieri continuano a crescere anche se di poco: nel 2013 sono 2.356.000 (+22.000 rispetto al 2012). Un dato in controtendenza rispetto agli occupati italiani che invece diminuiscono di 501.000 unità, arrivando a quota 20.064.000. Gli alunni con cittadinanza non italiana nell’anno scolastico 2013/14 sono 802.785, il 9% della totalità gli studenti, 16.155 in più rispetto all’anno precedente. Nel 2013 sono state presentate in Italia 28.700 domande di asilo (+10.480 rispetto al 2012), una cifra ancora bassa rispetto ad altri paesi europei come la Germania, seguita la Francia e la Svezia.
Nel corso di questi vent’anni si riscontra una crescita dei nuclei familiari passati da 235mila del 1991 ai quasi 2 milioni di oggi. Di conseguenza sono aumentati anche i minori, che nel 2013 sfiorano quota 1 milione, la maggior parte dei quali nati in Italia. Tra il 1993 e il 2013 si registra una crescita di permessi di soggiorno per motivi di famiglia pari al 1.328%, mentre per quelli di lavoro l‘incremento è stato «solo» del 488%. Negli ultimi vent’anni con la presenza degli immigrati il mercato del lavoro italiano è diventato irreversibilmente multietnico: se nel 1991 infatti si registravano solo 209.220 lavoratori stranieri regolari, nel 2013 si è passati a 2.356.000. Dal punto di vista scolastico, poi, in questo ventennio l’Italia è passata a un ciclo migratorio più maturo e stabile, sempre più simile, nella distribuzione delle presenze, agli alunni italiani: è calata infatti la percentuale di alunni di origine immigrata nella scuola primaria (che è passata dal 47,4% del 1992/93 al 35,3% nel 2013/14), è aumentata quella nelle scuole secondarie di secondo grado (passata dal 13,1% del 1992/93, al 22,7% del 2013/14): la distribuzione degli alunni stranieri rispecchia oggi maggiormente quella della popolazione scolastica complessiva, più numerosa nei corsi quinquennali (primarie e secondarie di secondo grado), minore nei tre anni delle secondarie di primo grado e nelle scuole dell’infanzia.