Vita Chiesa

Migranti, Papa Francesco all’hub di Bologna: «Siete lottatori di speranza»

Il Pontefice saluta uno a uno tutti i profughi e richiedenti asilo (circa mille) che vivono all’hub, insieme agli operatori del centro. Strette di mano, sorrisi, qualche parola e tantissimi selfie col Papa che i migranti scattano coi loro telefoni.

C’è anche chi fa un regalo e poi non manca neppure la battuta dell’arcivescovo di Bologna, Matteo Zuppi, che accompagna il Papa. A uno dei primi migranti a cui Francesco stringe la mano, il vescovo sorride e dice: «Adesso sei quasi regolare». Molti espongono anche un cartello, per dare il benvenuto a Francesco ma anche per sottolineare la lentezza delle procedure per ottenere il visto umanitario («We need document»).

Nel suo discorso all’hub, il Papa promette che porterà con sè questo appello e gli ospiti dell’hub lo applaudono a scena aperta. Francesco assicura la sua vicinanza ai migranti, li definisce «lottatori di speranza» e fa un minuto di silenzio in ricordo delle vittime dell’immigrazione. Il Pontefice ci tiene a spiegare: «Ho voluto che fosse proprio qui il mio primo incontro con Bologna. Questo è il porto d’approdo di coloro che vengono da più lontano e con sacrifici che a volte non riuscite nemmeno a raccontare».

Il Pontefice esorta tutta Bologna a fare di più per i migranti. «Bologna è una città da sempre nota per l’accoglienza- sottolinea Francesco- questa si è rinnovata con tante esperienze di solidarietà, di ospitalità in parrocchie e realtà religiose, ma anche in molte famiglie e nelle varie compagini societarie. La città non abbia paura di donare i cinque pani e i due pesci», insiste il Papa, che cita il Liber paradisus, l’atto con cui il Comune di Bologna nel 1256 liberò quasi 6.000 schiavi.

«Bologna non ebbe paura- richiama il Pontefice- forse lo fecero anche per ragioni economiche, perchè la libertà conviene a tutti». Ma il Papa usa anche parole severe. «Molti non vi conoscono e hanno paura- afferma rivolto ai migranti- questa li fa sentire in diritto di giudicare e di poterlo fare con durezza e freddezza credendo anche di vedere bene. Ma non è così. Si vede bene solo con la vicinanza che dà la misericordia».

Da lontano, ammonisce il Pontefice, «possiamo dire e pensare qualsiasi cosa, come facilmente accade quando si scrivono frasi terribili e insulti via internet. Se guardiamo il prossimo senza misericordia non ci rendiamo conto della sua sofferenza. E rischiamo che anche Dio ci guardi senza misericordia». Il Papa ribadisce che il fenomeno dell’immigrazione «richiede visione e grande determinazione nella gestione, intelligenza e strutture, meccanismi chiari che non permettano distorsioni o sfruttamenti, ancor più inaccettabili perchè fatti sui poveri».

Secondo Francesco, è «davvero necessario che un numero maggiore di Paesi adottino programmi di sostegno privato e comunitario all’accoglienza e aprano corridoi umanitari per rifugiati in situazioni più difficili, per evitare attese insopportabili e tempi persi che possono illudere». Il Pontefice sottolinea anche il problema dei minorenni ospitati all’hub, che «hanno bisogno di tenerezza e hanno diritto alla protezione, che preveda programmi di custodia temporanea e di affidamento».

E aggiunge: «Ognuno ha la propria storia, che è sacra. Dobbiamo accettarla e aiutarla ad andare avanti. Portarvi negli occhi e nel cuore ci aiuterà a lavorare di più per una città accogliente e capace di generare opportunità per tutti. Per questo vi esorto a essere aperti alla cultura di questa città- si raccomanda il Papa- pronti a camminare sulla strada indicata dalle leggi di questo Paese».