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Migranti, naufragio. Save the Children, «Europa inerme»
«L'ennesima tragedia del mare avvenuta nelle scorse ore non può che metterci di fronte alle nostre responsabilità. La morte di centinaia di uomini donne e bambini è lo specchio dell'incapacità di gestire il fenomeno migratorio»: lo ha affermato Raffaela Milano, direttrice Programmi Italia-Europa di Save the Children, commentando la notizia del naufragio, ieri, a largo delle coste libiche.
Save the Children ritiene «assolutamente inaccettabile che l’Europa rimanga inerme di fronte alla tragedia che continua a consumarsi alle sue porte». Secondo le ultime stime disponibili, nei primi 5 mesi dell’anno, evidenzia l’organizzazione, «1 persona su 14 tra quelle che hanno provato ad attraversare il Mediterraneo ha perso la vita e in questi casi i minori sono i più vulnerabili. Mentre la situazione della sicurezza in Libia peggiora giorno dopo giorno, i rifugiati e i migranti hanno poche opzioni: o rimangono intrappolati nel Paese o fuggono attraverso il Mediterraneo o il deserto nigerino. Tra loro sono tantissimi i minori, adolescenti e talvolta poco più che bambini, spesso in viaggio da soli».
«Salvare vite umane deve essere la preoccupazione principale degli Stati membri dell’Ue – ha aggiunto Milano -. È inoltre indispensabile che la comunità internazionale, e in primo luogo l’Europa, moltiplichi gli sforzi per realizzare vie di accesso sicure dalle aree di crisi o di transito, per evitare che decine di migliaia di persone continuino a vedersi costrette ad affidarsi ai trafficanti, mettendo in serio pericolo la propria vita, per attraversare il Mar Mediterraneo, come questa ennesima tragedia ci ha purtroppo dimostrato».