Chiesa Italiana
Migranti: Lojudice, “non sono solo un problema ma potrebbero essere una risorsa”
Il card. Augusto Paolo Lojudice, vescovo delegato per le migrazioni per la Conferenza Episcopale Toscana e arcivescovo di Siena, ci ha rilasciato un‘intervista a tutto tondo sul tema immigrazione
Cosa la preoccupa di più sul tema migrazioni?
Il fenomeno dei flussi migratori continua ad essere un grave fonte di preoccupazione e purtroppo non riusciamo ad uscire dall’idea che le migrazioni non sono solo un problema. In realtà, potrebbero essere una risorsa se gestite in un maniera diversa e soprattutto in modo più collaborativo al livello europeo.
Una situazione tragica nel mediterraneo?
Da poco sono stati pubblicati i dati sulla tragica e infinita strage degli innocenti: da gennaio a giugno di quest’anno ci sono stai oltre 2000 morti e dispersi sul Mediterraneo e oltre e circa 60 mila arrivi solo in Italia. Sono dati significativi che non possono vederci solo in affanno difronte a una situazione che ci travolge.
Nonostante le cattive notizie sembra che ci sia una reazione a livello internazionale?
Fortunatamente ci sono tante iniziative grandi e piccole che cercano di offrire una riposta a questa emergenza non ultima la conferenza dedicata allo sviluppo e all’immigrazione voluta dal Governo italiano, che ha coinvolto i rappresentanti di oltre 20 stati e diverse istituzioni internazionali. Ed ancora la significativa iniziativa a Firenze del Card. Betori con il “Consiglio dei giovani del Mediterraneo”.
Nella provincia di Siena com’è la situazione?
Nelle diocesi che mi sono state affidate dal Papa siamo in continuo contatto con tutte le realtà istituzionali e di volontariato per costruire, insieme e in rete, un sistema di accoglienza più efficace e dignitoso per i migranti e in particolare per i pakistani. Solo nella provincia di Siena sono oltre 1300 le persone accolte.
In Toscana qual’è stata la risposta?
Dobbiamo essere chiari: sono arrivati tantissimi migranti ed altri arriveranno. In tale contesto si rischia di non dare riposte adeguate se non si rafforzerà la rete di solidarietà che nei nostri territori è veramente un’eccellenza.
Tutte le Caritas della Toscana, le associazioni di volontariato e le tante persone di buona volontà sono da sempre in allerta e in prima linea nell’offrire accoglienza e conforto a queste persone. Questo anche per stimolare le nostre comunità a non tirarsi indietro nell’incontro e nell’accoglienza con chi viene da altri paesi per costruire insieme una civiltà che si basi sulla solidarietà verso chi è meno fortunato di noi.