Italia
Migranti, Codice condotta Ong: Sos Mediterranee sottoscrive versione aggiornata
Nessuna «limitazione della pratica dei trasbordi» e nessuna presenza di «uomini armati a bordo della sua nave, fatto salvo in caso di mandato rilasciato nell’ambito del diritto nazionale o internazionale». Sono questi i punti salienti dell’Addendum al Codice di condotta delle Ong impegnate nel Mediterraneo in attività di soccorso in favore dei migranti proposto da Sos Mediterranee e sottoscritto ieri al Viminale nell’incontro dell’Ong con Mario Morcone, capo del Dipartimento per le libertà civili e l’immigrazione presso il ministero dell’Interno.
Grazie all’accoglienza del documento, Sos Mediterranee ha sottoscritto il Codice di condotta. Nel testo dell’Addendum si precisa – tra l’altro – che «i trasbordi saranno effettuati sotto il coordinamento esclusivo del Mrcc di Roma», che «la presenza a bordo di ufficiali di polizia giudiziaria non può interferire con la missione umanitaria svolta sulla nave, in particolare con le cure e la protezione delle persone soccorse, e che deve essere rispettato un periodo minimo di 24h di riposo per tutte le persone soccorse».
Sos Mediterranee ribadisce che «riceve già ufficiali di polizia giudiziaria italiana a bordo quando la nave è in porto in Italia e si impegna a mantenere questo approccio e a cooperare con le autorità italiane nella lotta contro il traffico di esseri umani». Poiché «il Codice di Condotta non menziona il portare armi», l’Ong «non si impegna a ricevere uomini armati a bordo della sua nave, fatto salvo in caso di mandato rilasciato nell’ambito del diritto nazionale o internazionale».
«Riconoscendo l’importante lavoro di salvataggio delle Ong e l’apertura al dialogo di Sos Mediterranee – si legge in una nota dell’organizzazione umanitaria – il Ministero dell’Interno ha acconsentito ad includere i punti sollevati da Sophie Beau, co-fondatrice e vice presidente di Sos Mediterranee International, aggiungendoli all’attuale Codice di condotta in forma di addendum». Secondo l’Ong, il Codice di condotta «non è legalmente vincolante e prevalgono le regolamentazioni e le leggi nazionali ed internazionali» oltre al fatto che «non menziona il portare armi».
Durante l’incontro, Sophie Beau ha condiviso «le preoccupazioni dell’Italia, che è lasciata da sola a rispondere alla tragedia umanitaria che si dispiega alle porte dell’Europa». «Abbiamo apprezzato molto l’impegno del ministro dell’Interno italiano nel discutere ed accettare i nostri emendamenti in modo da poter superare le nostre principali preoccupazioni sul Codice di condotta per le Ong», ha affermato Beau al termine dell’incontro, assicurando che «chiuso questo capitolo adesso ci possiamo concentrare su questioni molto importanti quali i preoccupanti sviluppi nella zona di ricerca e soccorso».