Cultura & Società
Michelangelo Rapito, mostra al Castello di Poppi
A tu per tu con iconiche opere d’arte che, durante la Seconda guerra mondiale, trovarono la salvezza nel Castello di Poppi e che adesso tornano nell’antico maniero con una modalità assolutamente originale.
È l’opportunità che offre ai suoi visitatori Michelangelo Rapito, capolavori in guerra dagli Uffizi in Casentino, la mostra – che è stata inaugurata al Castello di Poppi e che prosegue fino al 28 gennaio 2024 – ricostruisce la rocambolesca vicenda che ebbe come protagoniste centinaia opere d’arte degli Uffizi e dei musei fiorentini prima messe in salvo, poi trafugate dai nazisti e alla fine recuperate.
A inaugurare l’esposizione il sindaco di Poppi Carlo Toni, la curatrice Alessia Cecconi con Denise Vangelisti dell’Associazione Prospettiva Casentino, sostenitrice del progetto. La mostra è stata promossa dal Comune di Poppi nell’ambito del programma degli Uffizi Diffusi ed è stata presentata nei giorni scorsi a Firenze con il direttore delle Gallerie degli Uffizi, Eike Schimdt, e il presidente della Regione, Eugenio Giani. “Questa è una storia di bellezza salvata – sottolinea il sindaco Carlo Toni – e di salvaguardia del patrimonio artistico in tempo di guerra quanto mai attuale”.
Michelangelo rapito
Perché Michelangelo rapito? “La notissima Maschera di Fauno attribuita a Michelangelo è la misteriosa protagonista della mostra sulle vicende che legarono indissolubilmente il Casentino e il patrimonio artistico fiorentino durante la Seconda guerra mondiale – spiega la curatrice Alessia Cecconi – La maschera, trafugata dai nazisti dal Castello di Poppi nell’agosto del ’44, purtroppo non è mai stata ritrovata. Rodolfo Siviero ha cercato quest’opera per decenni”. Denise Vangelisti aggiunge “abbiamo sostenuto con convinzione questo progetto per restituire alla nostra comunità, ma anche a tutti i visitatori che arrivano al castello da ogni parte del mondo, una pagina di storia piena di fascino che merita di essere conosciuta”.
Le opere a Poppi e Camaldoli
Il Castello di Poppi, insieme al monastero di Camaldoli e a Villa Bocci di Soci, divenne fra il 1940 e 1944 lo scrigno di protezione per le opere d’arte. Il progetto espositivo che racconta una leggendaria e tormentata storia di salvezza per centinaia di opere d’arte tra le più famose al mondo, ma offre anche l’opportunità di un’esperienza emozionante, perché quelle stesse opere – compreso il Fauno perduto – attraverso una mostra immersiva e interattiva, sono tornate in via eccezionale all’interno del Castello per incontrare i visitatori.
Nelle casse ricoverate all’interno delle ex Scuderie, dove sarà allestita l’esposizione, erano state messe sotto protezione – tra le altre – la Madonna del Cardellino di Raffaello, la Nascita di Venere del Botticelli, la Sacra Famiglia di Michelangelo (Tondo Doni). Mentre il monastero Camaldoli accoglieva opere di Leonardo, Beato Angelico, Tiziano e Piero della Francesca.
La mostra
Il percorso – articolato nel cortile del castello e nell’ambiente delle ex scuderie – propone un’avvincente ricostruzione storica delle vicende del patrimonio artistico toscano durante la guerra. La ricostruzione è il risultato di un’attenta ricerca archivistica e iconografica che porta alla luce foto storiche, documenti mai pubblicati, filmati d’epoca, con opere d’arte, fotografie e filmati d’epoca, documenti archivistici e bibliografici.
Non solo. Dagli Uffizi arriva il Ritratto di Giovanni II Bentivoglio di Lorenzo Costa. Si tratta di un dipinto emblematico per le vicende che lo riguardarono e per la mostra stessa: fu ricoverato al castello di Poppi dal novembre 1940 all’agosto 1944, quando fu requisita e portata dall’esercito tedesco in Alto Adige; tornò a Firenze nel luglio 1945. Un legame familiare collega, inoltre, Giovanni II proprio al Casentino.
In prestito anche la copia in gesso del Fauno perduto di Michelangelo (esposta ordinariamente agli Uffizi, è stata realizzata nel 2013 a cura dell’Istituto d’Arte di Porta Romana a Firenze da una matrice dell’Ottocento) oltre a preziose edizioni antiche della Vita di Michelangelo e a documenti originali dell’archivio degli Uffizi che ricostruiscono giorno per giorno lacorsa contro il tempo per mettere al riparo le opere dei musei fiorentini, in particolare quelle che proprio da Uffizi e Palazzo Pitti partirono per il Casentino. Infine, il Gabinetto fotografico degli Uffizi ha messo a disposizione gli spettacolari scatti fotografici che documentano il trasloco senza precedenti delle opere nei rifugi di campagna e le distruzioni a cui sarebbero state sottoposte
L’esperienza immersiva
Nei suggestivi ambienti della storica biblioteca Rilliana è stata allestita la mostra immersiva, realizzata da Alessio Bianciardi di Project Italia. Mentre il Fauno fa da immaginario narratore, il visitatore potrà lasciarsi avvolgere dalle proiezioni in alta definizione – su pareti e pavimento – di una serie di opere dal fascino straordinario, con la possibilità di scoprire particolari normalmente non visibili. Capolavori legati indissolubilmente agli Uffizi, come il Tondo Doni di Michelangelo, la Madonna del Cardellino di Raffaello, l’Annunciazione di Leonardo o la Medusa di Caravaggio, potranno essere ammirati in alta definizione e con suggestive animazioni che ricreano idealmente il museo “forzato” presente a Poppi negli anni del conflitto. Il visitatore avrà la possibilità di dialogare e interagire con le opere: l’installazione Mirror Room con il suo suggestivo sistema di specchi permetterà di realizzare selfie con elementi animati dei dipinti della mostra.
Un’ampia collaborazione
La mostra è resa possibile da una rete ampia di collaborazioni. L’evento è promosso dal Comune di Poppi nell’ambito del progetto Uffizi Diffusi, con la collaborazione del Museo Casa Siviero. Ha il sostegno e il patrocinio della Regione Toscana, il contributo della Fondazione CR Firenze e del Parco Nazionale delle Foreste casentinesi Monte Falterona e Campigna. Si svolge in collaborazione con l’Unione dei Comuni montani del Casentino, dell’Ecomuseo del Casentino e della Banca della Memoria di Poppi.
Il catalogo della mostra, curato da Alessia Cecconi e pubblicato da Mazzafirra, vede i contributi di Attilio Tori, Luca Grisolini e Alberta Piroci Branciaroli.
Decisivo l’intervento degli sponsor Freschi & Vangelisti, Aruba, La Sorgente, Miniconf, Castello di Porciano, TuttoSicurezza, Fattorie di Celli, Gruppo Scart, Dimitri Bonucci per Mediolanum, Poggi, COINGAS e all’erogazione liberale di Emanuele ed Elena Gatteschi.
MICHELANGELO RAPITO
20 luglio 2023 – 28 gennaio 2024
Castello di Poppi (Arezzo)
Biglietto 7 euro (ridotto 5 euro, gratuito residenti e minori di 5 anni)
Orari: fino al 30 settembre lun/gio ore 10-19, ven/dom ore 10-20, dal 1° ottobre al 1° novembre tutti i giorni ore 10-18, dal 2 novembre al 28 gennaio ven/dom ore 10-18
Per informazioni 0575 520516 – info@castellopoppi.it.