Già si annuncia un sorprendente interesse del pubblico non solo per i mobili e gli oggetti, peraltro di pregevolissima fattura, ma anche per le mostre collaterali. Ed allora, entrando nel settecentesco Palazzo Vagnotti, ammiriamo ovviamente le vecchie cose di ottimo gusto sparse nei 36 stand, occupati da espositori eccellenti provenienti da quasi tutte le Regioni italiane: mobili italiani da Seicento all’Ottocento, dipinti della stessa epoca, sculture lignee del Quattrocento, mobili orientali con antiquariato tibetano e cinese, argenti e bronzi, tappeti, ventagli e pizzi, gioielli e perfino, per i più appassionati, epigrafi medievali. Ammiriamo lo scenografico allestimento del sontuoso corridoio a piano terra che conduce, come un viale ideale, verso un vero e proprio giardino antiquario con tanto di manto erboso a terra, ricostruito con arredi da esterno rigorosamente autentici; saliamo pure ai piani superiori, dove scopriremo un repertorio di rara eleganza e bellezza, e molti segnali di nuove tendenze e orientamenti di stile destinati a connotare il mercato antiquario del prossimo autunno. Lasciamoci vincere da una più che legittima curiosità e andiamo a cercare il pezzo forte della mostra, che, come ogni anno, sta diventando un «giallo» all’interno di Cortonantiquaria: un «Davide e Golia», che, presentato da un antiquario palermitano, Giulio Torta, e parte della collezione di una famiglia siciliana, farebbe intravedere, nell’impianto dell’insieme e nel colore, la mano del grande maestro del Seicento, Michelangelo Merisi, detto il Caravaggio.Ma non trascuriamo le mostre collaterali. Prima di tutte quella dedicata, nel quarantennale della scomparsa, al grande figlio di Cortona, il pittore Gino Severini, che fu a Parigi uno dei più rappresentativi esponenti del primo futurismo e che nella sua città natale ha lasciato opere come la «Madre che allatta» e i quindici mosaici della «Via Crucis» che dalla città conduce al santuario di Santa Margherita. E’ ospitata nelle sale di Palazzo Casali e vede esposti, oltre ai mosaici cortonesi del Severini (cinque lavori di superba fattura), le modernissime opere di Giovanna Galli e di Henry Noel Aubry: due artisti, la prima italiana, il secondo francese, che lavorano il mosaico in maniera risolutamente contemporaneo, rendendo così omaggio al maestro Gino Severini, uno dei primi ad aprire la strada verso un’arte ancora oggi trascurata da molti. Alla mostra, allestita da Liletta Fornasari, ha contribuito personalmente Romana, figlia dell’artista.Una seconda mostra collaterale ci presenta le collezioni di abiti e costumi del Museo del Tessuto di Prato: «Da guardaroba privato a Museo», una fascinosa rassegna di abiti da cocktail e da sera delle signore degli anni ’50, accompagnata, sabato 9 settembre, da una sfilata di moda sulla scalinata del Palazzo comunale, che diventerà la passerella per una rassegna antologica di abiti firmati Renato Balestra. Allo stilista verrà pure assegnato quest’anno il Premio Cortonantiquaria, giunto alla sesta edizione. La passeggiata nelle sale della mostra e dintorni può prolungarsi a volontà: ci sono pezzi unici da riempire gli occhi e da svuotare la borsa. A proposito di prezzi: con un assegno da 100mila euro potete portarvi a casa un quadro del 600/700, con poco meno, 95mila euro, uno scrittoio San Filippo; se poi vi sentite in vena buona potete permettervi anche un “souvenir” da 200mila euro o poco più. Avete tempo fino al 10 settembre per decidere.Benito Chiarabolli