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Messaggio per la Giornata della Vita consacrata 2007
Pubblichiamo il testo integrale del Messaggio del Consiglio permanente della Conferenza episcolae italiana per la la 11a Giornata mondiale della vita consacrata, che si celebra il 2 febbraio 2007.
Il 2 febbraio, Festa della Presentazione del Signore, la Chiesa celebra la Giornata della vita consacrata, ringraziando Dio per le donne e gli uomini che seguono con dedizione gioiosa e fedele il Signore in questa forma di vita. Avremo di nuovo la possibilità di riflettere sul vangelo proclamato nella liturgia del giorno (Lc 2,22-40). La scena lì narrata illumina la scelta della consacrazione e offre dei modelli ancora attuali e praticabili: cogliamo da questo racconto almeno tre aspetti, tra i tanti che si potrebbero sottolineare.
L’offerta di una famiglia. Il racconto di Luca è costruito intorno all’idea dell’offerta e del dono. In primo luogo, è l’offerta di Gesù: Maria e Giuseppe lo portano a Gerusalemme per offrirlo al Signore (2,22) e accompagnano questo gesto con un’offerta al tempio (2,24), secondo la prassi liturgica ebraica. Il bambino è colui che viene offerto, anche se non ha ancora coscienza di cosa questo significhi: lo imparerà però presto, secondo quanto lo stesso Luca descrive poco più avanti nel suo Vangelo. Nel quadro successivo, Gesù è di nuovo a Gerusalemme, questa volta forse per il suo bar mizvah, rito con il quale si diventa figlio del comandamento cioè soggetto alla legge, e allora esprimerà con decisione la sua volontà di stare nelle cose del Padre suo (cfr 2,49).
Simeone e Anna. Il racconto lucano passa poi a descrivere l’incontro della famiglia di Gesù con Simeone e Anna. Questi due pii israeliti sono anch’essi descritti nell’atto della loro offerta a Dio. In particolare, Anna è colei che secondo le pratiche di giustizia ebraiche non si risparmia in digiuni e preghiere, offrendosi per il tempio, e Simeone è l’uomo giusto che attende la salvezza non solo per sé, ma anche per il suo popolo. Essi sono accomunati da una caratteristica essenziale: rappresentando l’Israele fedele che conosce il suo Dio, sono ritratti nell’atto di scoprirne la presenza per poi testimoniarla. È Simeone ad accorgersi che la realtà è cambiata per sempre, perché quel bambino è la luce che illumina Israele e i pagani; Anna, a sua volta, scrive l’evangelista, parla del bambino a quanti aspettavano la redenzione di Gerusalemme (2,38).
Dal tempio alla casa. Il brano del vangelo della Festa della Presentazione si conclude con la famiglia di Gesù che torna a Nazaret, la città della Galilea dove avranno la loro casa e dove il figlio Gesù trascorrerà molti anni in una vita nascosta, sottomesso ai suoi genitori (2,51). Cogliamo da questa dimensione domestica del Vangelo l’occasione per ricordare quelle donne e quegli uomini che vivono la loro consacrazione nella secolarità, e anche quelle donne appartenenti all’Ordine delle vergini, o quelle vedove e quei vedovi che mediante il voto di castità perpetua quale segno del Regno di Dio, consacrano la loro condizione per dedicarsi alla preghiera e al servizio della Chiesa (Vita consecrata, 7). Essi svolgono il loro prezioso servizio nella società, anche se spesso in modo poco visibile. Questa caratteristica della loro consacrazione però non sminuisce l’importanza di quanto compiono, perchè non vi è differenza, per chi offre la vita a Dio e al prossimo, tra il tempio e la casa. Maria e il suo sposo, lasciando Gerusalemme dove hanno compiuto la loro offerta, saranno chiamati a darle seguito nella quotidianità scandita dagli affetti, dalla preghiera, dal servizio al loro figlio e dal lavoro.