Nell’attuale sistema dei media, il silenzio serve ad evitare il rischio di banalizzare l’informazione. E’ questa la sfida che ci lancia il Papa: andare al cuore stesso della comunicazione, che è parlarsi nella verità e andare alla ricerca della verità. Così mons. Claudio Maria Celli, presidente del Pontificio Consiglio delle Comunicazioni sociali, ha presentato ai giornalisti il messaggio di Benedetto XVI per la relativa Giornata mondiale, diffuso oggi (Silenzio e parola, il messaggio del Papa per la Giornata delle comunicazioni sociali). Un messaggio, ha sottolineato l’esponente vaticano, che invita tutta la Chiesa ad una profonda riflessione, non solo i comunicatori, ma tutti coloro che fanno parte della Chiesa. Non è, dunque, solo un messaggio intraecclesiale, ma un invito per tutti a toccare la dinamica più umana della comunicazione, a partire dalla dimensione, tipica di oggi, del domandare. Nella nostra cultura ha osservato mons. Celli c’è il rischio di on ascoltare la domanda dell’altro e di cercare di imporre risposte prefabbricate. L’invito del Papa è allora quello a riscoprire un’ecologia dei media, a partire da una riflessione umana profonda sull’improtanza del silenzio al cuore della comunicazione, poiché è nel silenzio che riesco a dare il giusto significato alla comunicazione e non essere solamente sommerso dal volume della stessa comunicazione. Quest’opera di ecologia ha spiegato mons. Celli non riguarda solo la Chiesa, ma l’uomo di oggi. Da parte sua, la Chiesa sta facendo un apprendistato nel dialogo con le verità altrui, e la sfida del linguaggio è una delle grandi sfide comunicative della Chiesa di oggi. Negli ultimi anni ha sottolineato il relatore il Papa è stato molto attento ai processi e alle dinamiche della comunicazione, come dimostra anche il riferimento, nel messaggio papale, ai brevi messaggi, spesso non più lunghi di un versetto biblico, in cui si possono esprimere pensieri profondi se ciascuno non trascura di coltivare la propria interiorità. Parole, queste ha detto mons. Celli rispondendo alle domande dei giornalisti in cui è possibile intravedere un riferimento a Twitter. Quanto all’importanza del silenzio nelle dinamiche comunicative, mons. Celli ha citato come esempio il successo di film come quello sui monaci di Thibirine, o dei documentari su La grande Chartreuse o La certosa di Serra San Bruno. Senza contare i soggiorni nei monasteri, che ormai si devono prenotare con mesi di anticipo, poiché sono molto richiesti. Il silenzio ha però puntualizzato – non è un tacere di fronte a una realtà: ci sono momenti in cui non posso tacere, dove il mio silenzio sarebbe un tradire l’uomo. Il silenzio non è una alienarsi, un non dire ciò che doverosamente si deve dire. (Sir)