Formare giornalisti attenti ai valori etici. E’ una delle urgenze individuate dal Pontificio Consiglio delle Comunicazioni sociali, per rispondere alla necessità di una info-etica segnalata dal Papa nel suo messaggio di oggi. Lo ha detto mons. Claudio Maria Celli, presidente del citato dicastero vaticano, presentando ai giornalisti il Messaggiodel Papa per la 42a Giornata mondiale delle comunicazioni sociali. Per quanto riguarda i giornalisti cattolici ha detto Celli rispondendo alle domande dei giornalisti non possiamo prescindere dalla problematica etica di tutti i media. E’ innegabile, ciò ce riguarda l’uomo in quanto tale deve diventare punto di riferimento per i nostri media. Solo che i nostri media devono fare qualcosa di più: per noi non c’è soltanto l’uomo, per noi la verità è una persona, Gesù Cristo. I media cattolici, ha precisato però Celli, non si aprono solo ai cattolici: non sono media per i cattolici, ma sono presenza di una verità che si apre ad ogni uomo. Di qui la necessità, per i media cattolici, di essere ricerca e aiuti nella ricerca: non devono diventare strumento di fondamentalismo religioso o di integralismo culturale, ma strumenti di diaconia culturale a servizio della nostalgia che l’uomo di oggi ha di Dio. La Chiesa ha proseguito il presidente del dicastero vaticano non è una torre di avorio che si chiude nel suo possesso per la verità, ma una Chiesa che sa accogliere, capire, rispettare. Vanno in questo senso iniziative come un forum tecnologico, di prossimo svolgimento per iniziativa del Pontificio Consiglio delle comunicazioni sociali, per una riflessione più ampia sulla teologia della comunicazione, o i due Convegni internazionali sempre promossi dal dicastero pontificio a maggio, per i responsabili delle Facoltà di comunicazione delle Università cattoliche, e a giugno, per i responsabili delle radio cattoliche. Interrogato in merito ad una possibile riorganizzazione dei media della Santa Sede, Celli ha risposto: Stiamo cominciando a dialogare con i responsabili dei vari settori. Ci stiamo muovendo in questo senso, perché un’esigenza sentita è quella di un miglior coordinamento tra tutti i media, senza sostituirci alla sala stampa o agli altri media già esistenti, ma al contrario valorizzandoli.Sir