Un segno inequivocabile dell’impegno della Chiesa a difesa non solo di un diritto fondamentale, ma soprattutto dell’uomo in quanto tale, della sua dignità e libertà intesa integralmente, vale a dire di tutte le libertà con i rispettivi doveri e diritti, della stessa democrazia, della laicità positiva, in una parola, della civiltà. Così mons. Mario Toso, segretario del Pontificio Consiglio Giustizia e Pace, questa mattina in sala stampa vaticana ha definito il messaggio del Papa per la 44a Giornata mondiale della pace (1° gennaio 2011) sul tema Libertà religiosa, via per la pace. Proprio attorno alla concezione della libertà religiosa e della sua interpretazione ha osservato – si gioca il destino della pace e, quindi, dell’umanità. Da essa dipende l’identità, il futuro morale e culturale dei popoli. Se tale diritto è frainteso, la conseguenza inevitabile è lo stravolgimento dello statuto morale e giuridico dell’essere umano che innesca un processo di perdurante conflittualità sociale, che porta all’accensione di focolai di guerra. Una libertà nemica o indifferente a Dio, ha sottolineato, porta al capovolgimento della scala dei beni-valori, all’indebolimento dell’energia morale e degli ethos dei popoli, e apre le porte ad inevitabili terrorismi culturali e civili, privi di qualsiasi razionalità. Soffermandosi quindi sul laicismo-secolarismo che nei Paesi occidentali giunge al rifiuto del pluralismo religioso e della laicità positiva, mons. Toso ha citato la marginalizzazione, ad esempio, del Dio cristiano o delle più volte menzionate «radici cristiane» dell’Europa, e i diversi dossier che testimoniano la discriminazione non solo delle religioni «importate» dai flussi migratori, ma anche del cristianesimo nel continente. Il riferimento, in particolare, è al Rapporto sull’intolleranza e la discriminazione dei cristiani in Europa presentato nei giorni scorsi a Vienna. Si tratta, ha osservato, di un’intolleranza sottile, strisciante, quasi invisibile, concernente la libertà di coscienza e di espressione che si manifesta in atti di vandalismo contro chiese e cimiteri, in parzialità nei luoghi di lavoro e nelle scuole, in rimozione dei simboli religiosi. Sintomatica, per mons. Toso, la recente decisione della Camera della Corte europea dei diritti dell’uomo del 2009, relativa alla richiesta di togliere il Crocifisso dalle aule scolastiche italiane. Tutto ciò conferma la crisi culturale dell’Europa che appare in preda ad una scissione identitaria, che pregiudica il suo futuro e crea mille difficoltà nelle relazioni con le religioni «importate».Sir