La libertà religiosa è il tema del messaggio del Papa per la Giornata mondiale della pace, non solo perché questo argomento è al centro della dottrina sociale della Chiesa, ma anche perché la vita della libertà religiosa una vocazione fondamentale dell’uomo, un diritto umano inalienabile e universale e una chiave per la pace continua ad essere oggetto di minaccia. Lo ha spiegato questa mattina il card. Peter Kodwo Appiah Turkson, presidente del Pontificio Consiglio della Giustizia e della Pace, intervenuto alla presentazione in sala stampa vaticana del messaggio del Papa per la 44a Giornata mondiale della pace (1° gennaio 2011) sul tema Libertà religiosa, via per la pace. Tre, in particolare, ha sottolineato il card. Turkson, i nemici della libertà religiosa: il secolarismo aggressivo, intollerante verso Dio e verso ogni forma di espressione della religione; il fondamentalismo religioso, della politicizzazione della religione e dell’imposizione di religioni di Stato e il relativismo culturale e religioso sempre più pressante. Rammentando che il diritto alla libertà religiosa è sancito dall’art. 18 della Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Uomo, il presidente del dicastero vaticano ne ha sottolineato alcuni recenti episodi di negazione che oscurano la verità della persona umana, ne disprezzano la dignità, compromettono il rispetto per gli altri diritti e minacciano la pace del mondo. Tra questi episodi, ha specificato il card. Turkson, il caso Lautsi relativo all’affissione del crocifisso nelle scuole pubbliche italiane, il caso di Asia Bibi in Pakistan, il caso del Sudan meridionale, le persecuzioni dei cristiani del Medio Oriente. Proprio perché derivante dalla legge morale e dalla dignità della persona, ha precisato, la libertà religiosa non è un diritto concesso dallo Stato, anche se quest’ultimo deve riconoscerla come intrinseca alla persona umana e dunque proteggerla. Nell’esercizio di tale diritto l’uomo trova la sua pace, e diviene uno strumento di pace. Nel rammentare i i quattro architetti dell’Unione europea (Adenauer, De Gasperi, Schuman, Monnet), politici ispirati dalla fede cristiana, il cardinale ha affermato che la libertà religiosa ha una dimensione pubblica, il che consente ai credenti di dare il loro contributo nella costruzione dell’ordine sociale, mentre la negazione di questo diritto comporta conseguenze negative sul vero sviluppo della società. Di qui l’importanza dell’armonia che deve esistere tra privato e pubblico, individuo e comunità. Un pensiero, infine, al ruolo del dialogo interreligioso, risorsa al servizio del bene comune, e al rapporto tra libertà religiosa e compito missionario.Sir