Fiesole

“Messaggio” di Natale di don Marchesi missionario in Brasile

DI DON GABRIELE MARCHESI*Padre nostro… e mentre prego penso alla vita di tante persone, bambini, vecchi e adulti qua in Pedro do Rosário. A volte mi sento sopraffatto dalla grandezza delle necessità: quanto tempo ancora sarà necessario perché questa gente possa trovare rispetto e dignità vera? Oggi è venuto a trovarmi Flavio, un ragazzino di dieci anni, per dirmi che lunedì scorso ha ricevuto il Battesimo nel villaggio dei suoi nonni: aveva un sorriso bellissimo e si vedeva la sua contentezza. Mi sono chiesto quale speranza potevo dargli perché potesse continuare a sorridere, perché anche domani potesse aver fiducia nella vita e nelle persone che gli stanno dintorno. La povertà infatti, qui come in tutte le parti del mondo, non è soltanto scarsità di scuole, di assistenza sanitaria, di strade, non è soltanto mancanza di qualità di vita, di case decenti e di tutto ciò che possimao chiamare ricchezza, povertà è anche e soprattutto, mancanza di speranza, mancanza di prospettive: ieri si era poveri, oggi siamo poveri e domani saremo ancora poveri! Ma siamo vicini a Natale e l’Avvento ci chiama a gran voce ad avere speranza e ad essere testimoni di questa grande novità che è l’incarnarsi di Dio nella nostra umanità: se Dio ha fatto e continua a fare della terra e della vita degli uomini la sua dimora, allora il nostro domani può essere diverso e migliore. Ma devo solo aspettare? La mia speranza è solo nell’aldilà? E che ne è della vita di Flavio e di tanti altri come lui? Continuo a pregare finché non arrivo a ripetere: «come in cielo, così in terra» e allora la mia speranza acquista spessore: accogliere il Verbo che si fa carne è fare di questa terra «di esilio», la casa del Padre, il luogo dove si è santi, perché Lui è Santo, è far sì che la nostra terra sia più simile al cielo perché il nostro vivere la fede ci porta a fare qui e ora la volontá di amore e di pace di Dio in mezzo ai nostri fratelli e con i nostri fratelli, così come succede in cielo fra i Santi. L’Emmanuele Dio-con-noi è la garanzia che l’umanità capace di accogliere Dio è capace anche di realizzare la sua volontà, di partecipare alla costruzione del Regno di Dio, di far sì che questa vita sia preparazione del paradiso futuro e non continuazione di un inferno di egoismo e di ingiustizia, di false promesse e di sofferenze immeritate. «Il Verbo si è fatto carne, e abitò in mezzo a noi» «come in cielo, così in terra»: la terra riceve il «Giusto» e il «Santo» e diventa il giardino in cui Dio fa nuove tutte le cose. Che il Natale di quest’anno aiuti tutti noi ad assumere un impegno vero e forte per essere luce di speranza, forza di trasformazione e di dignità per questo nostro mondo e per quanti vi abitano visitati dall’Emmanuele. La povertà della grotta di Betlemme, feconda di salvezza, si ripeta nell’oggi della nostra povertà e il miracolo della fede faccia sì che l’amore di Dio si diffonda adesso «come in cielo così in terra», a Fiesole e a Pedro do Rosário e in ogni altro luogo del mondo, povero, ma carico di gioiosa speranza.* missionario «fidei donum» in Brasile