Vita Chiesa

MESSAGGIO DEL PAPA PER LA GIORNATA MONDIALE DEL MALATO: APPELLO PER LA SALUTE DELL’AFRICA, CONTRO GUERRA E AIDS

Un doppio appello: a porre fine a “conflitti” e “guerre” e a lottare contro il “flagello” dell’Aids, grazie ad antidoti come la “pratica corretta della sessualità”, l’esercizio della “castità” e la “fedeltà” del matrimonio cristiano. A lanciarlo è oggi il Papa, nel messaggio scritto in occasione della XIII Giornata mondiale del malato, che si celebrerà l’11 febbraio presso il Santuario di Maria Regina degli Apostoli, a Yaoundé, in Camerun, sul tema “Cristo, speranza per l’Africa”.

Al centro del nuovo documento papale, la necessità di “manifestare concreta solidarietà” alle popolazioni africane, travagliate da “conflitti” e “guerre” e alle prese con “malattie” che “devastano il continente”, prima fra tutte “il flagello dell’Aids”. Di qui l’appello del Papa – rivolto ai “responsabili del commercio di armi”, veri e propri “compici di odiosi crimini contro l’umanità”, e a tutti “coloro che ne hanno la possibilità” – “a non cessare di impegnarsi a fondo per porre fine a simili tragedie”.

“Nella lotta contro l’Aids tutti devono sentirsi coinvolti”, è l’altra forte richiesta del Papa, che definisce il “dramma dell’Aids” una “patologia dello spirito” e esorta a “combatterla in modo responsabile” accrescendone “la prevenzione mediante l’educazione al rispetto del valore sacro della vita e la formazione alla pratica corretta della sessualità”. Il Santo Padre non manca di entrare nel dettaglio della diffusione della malattia, e osserva:” Se molte sono le infezioni da contagio attraverso il sangue specialmente nel corso della gestazione –infezioni che vanno combattute con ogni impegno –ben più numerose sono quelle che avvengono per via sessuale, e che possono essere evitate soprattutto mediante una condotta responsabile e l’osservanza della virtù della castità”. Il “matrimonio cristiano” e la “fedeltà”, per il Papa, uniti alla “sicurezza data dalla castità”, sono gli antidoti più efficaci per la lotta all’Aids. Un ruolo speciale spetta dunque ai “governanti e alle autorità civili”, sollecitati dal Papa a “fornire chiare e corrette informazioni al servizio dei cittadini”, oltre che a “dedicare risorse sufficienti all’educazione dei giovani ed alla cura della salute”.

Giovanni Paolo II esprime poi “un plauso convinto alle industrie farmaceutiche che si impegnano a tenere bassi i costi dei medicinali utili nella cura dell’Aids”: di fronte a “emergente come l’Aids la salvaguardia della vita umana deve venire prima di qualsiasi altra valutazione”, ammonisce il Papa, che chiede “agli operatori pastorali” di “portare tutto il conforto possibile sia materiale che morale e spirituale” ai malati di Aids, mentre “agli uomini di scienza e ai responsabili politici di tutto il mondo” rinnova l’appello affinché, “mossi dall’amore e dal rispetto dovuti ad ogni persona umana, non facciano economia quanto ai mezzi capaci di mettere fine a questo flagello”. Dopo aver citato il “prezioso servizio che prestano migliaia di istituzioni sanitarie cattoliche” in Africa, il Pontefice rivolge un appello “speciale” ai vescovi delle Conferenze episcopali degli altri continenti, in modo che si uniscano “generosamente” ai vescovi africani “per far fronte efficacemente” all’Aids e alle “altre emergenze”.

Quella che si preoccupa dell’Africa non è una Chiesa mossa “solo da ragioni di compassione filantropica verso l’uomo nel bisogno”, è la precisazione finale del Messaggio, in cui il Papa sottolinea l'”importanza” della pastorale della salute, in un’epoca come la nostra “segnata da una cultura imbevuta di secolarismo”, che cerca di eludere “le questioni sul senso del dolore, della sofferenza e della stessa morte”, decisive “proprio nel momento della malattia”. Sir

«Cristo speranza per l’Africa». Messaggio per la Giornata del malato 2005