Firenze
Messa di Natale del cardinale Betori a Barberino dopo il terremoto: invito alla speranza e alla condivisione
Dopo gli interventi dei giorni scorsi, si tratta adesso di “essere pronti a compiere gli ulteriori passi che ci saranno richiesti per uscire dalla fase dell’emergenza e cominciare a progettare un futuro più sicuro, in quanto garantito da interventi per ridurre gli effetti del rischio sismico sui nostri edifici”.
“Il terremoto – ha aggiunto ancora Betori – ci ha mostrato anche quanto siano importanti le relazioni nella nostra vita. Proprio perché ci si è sentiti una comunità e sono emersi legami forti, siete riusciti a vivere questi momenti di sofferenza in maniera dignitosa e capace di sopperire ai bisogni”.
L’arcivescovo ha indicato in Maria e Giuseppe, che si prendono cura di Gesù, come “modello nel prenderci cura gli uni degli altri, in quanto in ogni uomo e donna dobbiamo riconoscere il volto di Gesù. Gesù, con Maria e Giuseppe, si è trovato alla sua nascita in una situazione per alcuni aspetti simile a quella vissuta qui, nel Mugello, da molta gente: senza una casa, nella precarietà non di una grotta ma di un ricovero di fortuna, in uno spazio non proprio ma da dover condividere con altri, noi peraltro più fortunati di Gesù, in quanto gli altri con cui condividere un tetto sono uomini e donne e non un bue e un asino”.
La presenza dei volontari è stata invece paragonata, dal cardinale Betori, a quella dei pastori alla grotta di Betlemme. Il volontariato, ha sottolineato, rappresenta “una delle ricchezze di cui la terra toscana può andare giustamente orgogliosa”.
“Sia la condivisione – ha concluso – il modo di essere di ciascuno di noi, consapevoli che ogni cosa che offriamo ai fratelli è un dono fatto al Signore. È questo l’auspicio e l’augurio che faccio a me e a voi per questo Santo Natale”.