Vita Chiesa

Mercoledì delle Ceneri, Betori: l’invito a cercare l’incontro con Dio

Betori ha parlatro delle pratiche quaresimali: la preghiera, il digiuno, l’elemosina. “L’apertura dei cuori alla solidarietà umana, per Gesù – ha ricordato – , è un gesto che va purificato nelle modalità e nelle intenzioni. Non basta un sentimento altruistico, né un impegno di giustizia sociale, tanto meno una ricerca di apprezzamento. Occorre piuttosto riconoscere nell’altro un figlio di Dio, il Padre, e quindi un nostro fratello; come pure prendere atto che ciò che doniamo, come tutto quello che abbiamo, ci è stato a sua volta donato da questo Padre amorevole. Da qui nasce l’autentica carità, cui siamo chiamati anche in questa Quaresima, seguendo le sollecitazioni della nostra Caritas diocesana, che quest’anno chiama anzitutto a “sostenere le popolazioni colpite dal terremoto in Turchia e in Siria”, la gente affidata alla cura pastorale del nostro caro mons. Paolo Bizzeti, e inoltre, a livello locale, ci chiede di “sostenere iniziative volte al sostegno delle famiglie per contrastare la povertà educativa”.”

Aproposito del digiuno ha affernato: “L’ascesi cristiana è invece riconoscimento che anche il nostro corpo è un dono di Dio e che, al tempo stesso, il nostro corpo non è tutto. L’imposizione del limite, al cibo o a qualsiasi altro bene corporale, significa riconoscere che siamo creature e che la nostra esistenza non è nelle nostre mani ma in quelle del Creatore. Significa anche riconoscere che noi non siamo le cose che possediamo, quelle di cui ci nutriamo, i beni che circondano le nostre giornate. Noi siamo più delle cose, perché noi siamo figli di Dio. La sobrietà, che il tempo di Quaresima chiede, non è un artificio per una gestione parsimoniosa dei beni, ma il riconoscimento che solo nell’affidamento totale a Dio sta il segreto della nostra autenticità”.

Un invito, infine, alla speranza: “Ne abbiamo bisogno a fronte delle tragedie che segnano i nostri giorni, guerre e calamità, e della pesantezza di una quotidianità che ci fa dubitare che si possa portare un po’ più di giustizia e di fraternità, e quindi di gioia, tra noi. Sono gli orizzonti che la fede invece rende credibili, perché fondati non sulle nostre forze ma sul dono di Dio. In questa Quaresima cerchiamo l’incontro con lui. È l’incontro che trasfigura la nostra vita”.