Cultura & Società
Menduni: «Così la televisione ha cambiato l’Italia»
«A dimostrare che gli italiani sono cambiati con la tv c’è innanzituitto spiega Menduni l’avvento di una cultura del consumo e la conseguente distruzione di una cultura fondata sul risparmio. Si tratta di una cultura dove il benessere ha una natura acquisitiva, ovvero coincidente con il possesso di determinati beni e servizi, dove gli atti d’acquisto sono una delle principali cose che danno senso alla vita. Tutto ciò senza la tv e la pubblicità in tv non sarebbe mai successo. Il secondo elemento è la personalizzazione della politica, che non si riconosce più in un partito, ma in una faccia, più o meno rassicurante, più o meno simpatica: la faccia di uno che compare in televisione, con tutto lo schematismo e la carica populistica e plebiscitaria che la televisione si porta con sé. Questo aspetto personalistico della politica è tipico delle società post-televisive».
«Quale altra attività umana viene fatta ogni giorno dall’85% degli italiani si chiede ironicamente Menduni ? Sì e no il mangiare, il bere e l’andare in bagno. Per un film, per un libro, per una mostra si parla di quante volte al mese, cosa ben diversa di quante volte al giorno. È come consumare qualcosa a bicchierini o a damigiane. Per di più, il 90% di quell’85% vede solo sei canali».
Per trovare qualcosa di simile al rapporto così intenso e intrecciato con la vita quotidiana come quello che si è creato con la televisione, bisogna ricorrere all’automobile e al telefono cellulare. Con la differenza che la televisione è un «ospite fisso» che si sovrappone «umilmente» anche ad altre attività: con la tv accesa si può fare tutto. «È ovvio precisa Menduni che si tratta di falsa umiltà. La tv è un rubinetto a flusso continuo di cui ognuno si ritaglia una parte. Ha il carattere di flusso, non di testo come ad esempio il cinema, che può essere considerato nel confronto metaforico una pregiata bottiglia di acqua minerale. Il film, infatti, è un testo, che comincia e finisce, si consuma con un inizio e una fine. Il cinema, inoltre, è narrazione della finzione, mentre la tv è una terra di mezzo, una zona intermedia, un misto di realtà e finzione».
E lo spettatore come reagisce al presunto inganno? «A lui basta la verosimiglianza. La dimostrazione arriva dalle inchieste di Striscia la notizia, che non hanno provocato nessun crollo degli ascolti nelle trasmissioni accusate di falsità. Agli spettatori ribadisce Menduni non interessa che sia vero, interessa che sia verosimile».