«Lo sport è una palestra di vita e le esperienze raccontate dai protagonisti che le hanno vissute in prima persona possono servire a far capire ai giovani il vero valore della pratica sportiva. Lo sport dev’essere soprattutto un fattore di crescita per ma non dev’essere visto soltanto per come strumento per ottenere risultati, per diventare campioni. Deve servire per imparare a stare con gli altri e a reagire quando si perde. Nella vita come nello sport: se veniamo sconfitti c’è sempre l’occasione per rifarsi». L’assessore alle politiche sociali e allo sport Gianni Salvadori ha partecipato stamattina a Firenze all’incontro conclusivo del ciclo ‘Memorie dello sport’ in un Saschall pieno di studenti provenienti da tutta la Toscana. A parlare con loro, a rivelare curiosi aneddoti tanti ex campioni toscani o che hanno vissuto in Toscana.Giancarlo De Sisti, vicecampione del mondo nel ’70 e tricolore con la Fiorentina un anno prima, ha raccontato il suo ricordo di Italia-Germania 4-3. «É stata la partita del secolo, sono orgoglioso di essermi trovato, calciatore, a vivere una delle pagine più leggendarie dello sport italiano e mondiale. Auguro anche a voi, un giorno, di poter provare le stesse emozioni». Gianni Lonzi, fiorentino, ex campione della pallanuoto, olimpionico a Roma nel ’60, ha spiegato ai ragazzi la sua medaglia più bella. «É quella che mi diede il Comune di Firenze dopo l’alluvione del ’66. All’epoca ci allenavamo e giocavamo in Arno. Quando la città ne fu invasa per me fu una cosa normale tuffarmi dalla finestra di casa per andare a soccorrere chi era in difficoltà». Un altro campione della pallanuoto, il fiorentino Gianni De Magistris, 5 partecipazioni alle olimpiadi (un bronzo a Montreal nel ’76), ha cercato soprattutto di spiegare il significato di sconfitta. «Anzitutto mi fa un po’ arrabbi are che in Italia la pallanuoto venga considerato uno sport minore. Inoltre vorrei che voi per primi imparaste il valore della sconfitta: anche nella vita capita di perdere, non solo quando si gioca. Ma è proprio questo che poi ti fa apprezzare di più la vittoria».Quando si parla di pallavolo a Firenze il ricordo corre subito ai mitici anni della Ruini, 5 titoli italiani tra gli anni ’60 e ’70. Piero Vannucci è uno dei ‘superstiti’ di quella formidabile realtà. «Allora non si poteva attingere dall’estero, le squadre erano composte da giocatori italiani. Noi eravamo in gran parte fiorentini. Fummo la prima squadra italiana ad arrivare terza nella Coppa dei Campioni. Lo sport è importante ma non dimenticatevi anche di studiare, con l’impegno si possono fare bene entrambe le cose». Tra i più applauditi dai ragazzi l’attuale designatore degli arbitri di A e B, Pierluigi Collina. Dopo aver annunciato che «per gli arbi tri non è ancora venuto il tempo di andare a parlare in sala stampa dopo le gare» ha esortato i ragazzi «a provare sport diversi, sono esperienze utili per la vostra vita». Poi ha sottolineato il valore del rispetto e della necessità di non ricorrere a scorciatoie per raggiungere i risultati. «Il rispetto per gli altri è una regola fondamentale nello sport come nella vita. Lo sport è sacrificio e sudore, per arrivare più in fretta al risultato non usate facili scorciatoie. Le pagherete in termini di salute tra qualche anno».Infine due vere e proprie lezioni di vita da due maestri come l’ex ct della Nazionale di ciclismo Alfredo Martini ed il direttore della Fondazione Museo del Calcio il dottor Fino Fini. «In Italia ha spiegato il primo – oltre che la cultura della sconfitta manca quella dello sport. Questo processo deve cominciare dalla scuola, che in verità finora non ha fatto molto an che se vedo che qualcosa sta cominciando a muoversi». «Come nella vita ha concluso il secondo – per raggiungere traguardi importanti nello sport ci vogliono sacrificio e sudore. Fare sport insegna tanto e quando perdi devi trovare in te le energie per ripartire». (cs-Federico Taverniti)