Prato

Memoria e penitenza: la Quaresima in undici stazioni

di Emanuela PietraroiaNon solo con feste e fuochi d’artificio la comunità cristiana di Prato intende celebrare l’anno giubilare in corso, 350° anniversario di istituzione della Diocesi. A partire dal Mercoledì delle Ceneri e fino a Pasqua, in ogni zona pastorale della diocesi sono state messe in programma liturgie di carattere penitenziale, presiedute dal Vescovo. Undici incontri attendono mons. Simoni, che in questo modo percorrerà tutta la città, dalla Val di Bisenzio fino ai confini della diocesi. «Sento la necessità in questo momento – dice il Vescovo – di esortare alla conversione sia a livello personale che comunitario». L’anno giubilare che la Chiesa di Prato sta vivendo richiama alla conversione e al cambiamento, proprio come abbiamo vissuto in occasione del Giubileo del 2000. Oltretutto il tempo di Quaresima, nel quale sono inseriti gli incontri penitenziali, è il tempo liturgico che invita al rinnovamento e alla penitenza. Da una parte la comunità pratese rende grazie per i doni che il Signore le ha fatto in questi 350 anni, dall’altra prende consapevolezza dei propri limiti e chiede perdono. «L’origine stessa della istituzione della Diocesi pratese – aggiunge il Vescovo – avvenne per rimediare a dei dissensi troppo umani: la conflittualità con la contigua città di Pistoia. Questo è il primo peccato per cui chiedere perdono». Ogni incontro prevede due momenti diversi. Nel primo, detto stazionale, la comunità si raduna in un luogo prestabilito e da lì processionalmente si reca nella chiesa ospitante, procedendo durante il cammino con l’invocazione dei santi. Nel secondo momento all’ascolto della Parola di Dio e dei documenti del Concilio Vaticano II, seguirà l’omelia, sotto forma di esame di coscienza. Le richieste di perdono e la supplica per la comunità chiuderanno l’incontro. L’unica eccezione a questo programma sarà il primo incontro, quello per il Centro storico, dove si celebrerà la messa del Mercoledì delle Ceneri. Alla luce della Parola di Dio e della testimonianza dei santi la comunità cristiana si interroga e prega per questo che è il tempo del «già e non ancora», nel quale sono già presenti i segni del Regno di Dio, ma non tutto è ancora compiuto, seguendo l’esortazione del Vescovo che dice: «Il primo programma, alla base di tutti gli altri, come è scritto anche nella Novo Millennio Ineunte, è la santità». In comunione d’intenti e di preghiera la comunità di Prato è invitata a raccogliersi intorno al Vescovo, la cui presenza rende ancora più significativo il desiderio di unità che deve animare la nostra Chiesa.