“Noi viviamo immersi in un paesaggio, che non è fatto solo di cose ma anche di suoni che ci sono familiari, e che creano un’atmosfera emotiva nella quale abbiamo bisogno di ritrovarci”. Questo vale anche per l’esperienza religiosa: “Quando entriamo in una chiesa, siamo colpiti dalla sonorità dell’ambiente anche senza che ce ne rendiamo conto: siamo in grado di riconoscere i suoni e di collocarli anche nella nostra tradizione ecclesiale: per esempio, se c’è un organo che suona”. La musica, ha sottolineato Girardi, “crea un mondo”: “Nell’ascoltare o nel fare musica, con uno strumento o con il canto, non ci si esprime soltanto, ma si sospendono le coordinate del tempo e si modifica lo spazio intorno a noi, perché il suono lo fa vibrare. Il risultato di questa immersione è che la musica, la più incorporea tra le arti, in realtà agisce sul nostro corpo e sul nostro stare al mondo. Questo vale anche per l’esperienza della fede, alla quale la pratica musicale dà corpo dando prova che il nostro mondo fisico è aperto al mondo di Dio e della trascendenza”.A Camaldoli ieri sono intervenuti anche il monaco camaldolese Emanuele Bordello, il filosofo e teologo Antonio Trupiano e la docente Francesca Rossano, che hanno presentato e confrontato la spiritualità benedettina e quella ignaziana. Oggi invece sarà la volta della Giornata di studi storici, dedicata quest’anno al tema “Fascismo e modernità: la metamorfosi del cattolicesimo italiano”, promossa dal Meic e dalla Fondazione Camaldoli Cultura, insieme all’Istituto storico toscano della Resistenza e dell’età contemporanea, alla Fondazione culturale Niels Stensen e con il contributo della Direzione generale Educazione, ricerca e istituti culturali del Ministero della Cultura. Introdotti da Riccardo Saccenti e Tiziano Torresi, interverranno il rettore della Lumsa Francesco Bonini, Enrico Galavotti (Università di Chieti-Pescara) e Francesco Traniello (Università di Torino).