(Bruxelles) La discussione si è tenuta con uno spirito franco e aperto: così una nota ufficiale della Commissione commenta l’incontro tra le istituzioni Ue e le chiese europee, avvenuta per la prima volta nel quadro dell’articolo 17 del Trattato di Lisbona, che assicura un dialogo strutturato tra Unione europea e comunità religiose. I leader cristiani, musulmani, ebraici, indù e sikh presenti all’appuntamento, provenienti da 14 Stati membri (Francia, Regno Unito, Germania, Belgio, Italia, Paesi Bassi, Grecia, Romania, Bulgaria, Cipro, Ungheria, Slovacchia, Polonia e Danimarca), hanno espresso il loro sostegno alla strategia Europa 2020 e ai suoi obiettivi in materia sociale e di istruzione. Essi hanno incoraggiato le istituzioni europee a incrementare lo slancio attuale, specialmente al fine di accrescere l’accesso al mercato del lavoro, offrire servizi sociali più mirati negli Stati membri e garantire pari opportunità per istruzione e formazione. Sempre secondo l’Esecutivo, i rappresentanti delle chiese hanno ribadito il proprio costante impegno a favorire la coesione sociale e a incrementare il senso di solidarietà e di impegno civico tra i cittadini europei. Hanno altresì sottolineato che la soluzione della crisi attuale sarà possibile soltanto se le politiche europee saranno incentrate sul benessere della popolazione e sulla giustizia sociale.Sir