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MEETING: PENSIONI E PATRIMONIALE AGITANO IL DIBATTITO

(ASCA) – Rimini – Il ministro del lavoro Maurizio Sacconi non chiude totalmente la porta a ipotesi di nuovi interventi sulle pensioni ma lascia solo un piccolo spiraglio. “Non dico che non si tocca nulla” ma “lo spazio per interventi sulla previdenza è molto angusto perché il sistema nel medio e lungo periodo è solidissimo”. Il secondo giorno del Meeting di Rimini è agitato dal tema pensioni e più in generale della manovra di correzione che inizia il percorso parlamentare. Tra pensioni e patrimoniale che segnano le principali differenze tra Berlusconi e Bossi e dunque tra Pdl e Lega, arriva la riflessione dell’a.d. di Intesa Sanpaolo, Corrado Passera, che chiede un “forte miglioramernto della manovra” ma soprattutto considera sbagliato discutere sulle singole misure. “La questione importante è che la politica, che ha la regia, faccia un progetto unico che sia convincente”. La critica di Passera all’architettura della maxi-manovra è che punta al solo obiettivo di azzerare il deficit, che è comunque un elemento importante. “Servono obiettivi più ambiziosi anche per affrontare il debito pubblico e soprattutto si deve rimettere in moto la crescita economica del paese”. “Il tema è più sviluppo e più coraggio per ridurre il debito”. Anche il segretario generale della Cisl, Raffaele Bonanni, invoca il coraggio per “risalire la crisi” e “non i giochetti che sto vedendo in questi giorni”. La Cisl è favorevole alla proposta della Lega sulla patrimoniale sul lusso ma sull’ipotesi pensioni, Bonanni è categorico: prima far pagare chi ha di più e interventi sui costi della politica”. “Sulle pensioni abbiamo fatto più riforme che in altri paesi. Se si toccano è per andare a prendere i soldi alla previdenza e non per la sostenibilità del sistema” chiosa il leader della Cisl. I prossimi giorni saranno decisivi per verificare la percorribilità di alleggerire i tagli a enti locali e ministeri intervenendo sulle pensioni. Questo il proposito del segretario del Pdl, Angelino Alfano, che ha annunciato un ultimo tentativo con la Lega anche se dal partito di Bossi la chiusura è netta mentre rilancia la proposta della patrimoniale. I ministri del Pdl al Meeting indicano che la patrimoniale non ha futuro. “É stata un’ipotesi valutata ma esclusa e non credo tornerà di attualità nel percorso parlamentare” afferma il ministro dello sviluppo economico Paolo Romani ribadendo l’apertura a modifiche ma a saldi invariati. Ancora più esplicito il ministro Sacconi. “Alla domanda sulla patrimoniale neanche rispondo perché Pdl e Pd, cioé i due partiti maggiori, sono contrari e dunque non c’é una disponibilità in Parlamento”. Dal Sacconi arriva invece un nuovo spunto sull’argomento pensioni. “Se la maggioranza decide di intervenire sulla previdenza quantomeno occorre parlarne con il sindacato riformista che ha condiviso gli interventi sulle pensioni in questi tre anni e mezzo e senza fare un’ora di sciopero”. Questo per quanto riguarda il metodo. Nel merito, il ministro del lavoro indica che il problema delle pensioni può riguardare il breve termine a causa dell’esigenza di azzerare il deficit nel 2013. “Occorre trovare la compatibilità tra la sostenibilità finanziaria e la sostenibilità sociale. Un punto di equilibrio non facile tra il pareggio di bilancio e la gradualità della riforma delle pensioni perché dietro alla gradualità ci sono le persone e le loro aspettative di vita”. Per Sacconi, ma anche per il premier, l’asse con Cisl e Uil e con un pezzo importante del sistema produttivo è di assoluta importanza. Non a caso il ministro del lavoro bacchetta la Confindustria per la posizione assunta in autonomia sulle pensioni abbandonando le parti sociali. “Ma Confindustria firmò l’accordo con il governo Prodi per quella controriforma antistorica, colpevole e disastrosa che aboliva lo scalone e che è costata 10 miliardi di euro”.