Italia

MEETING DI RIMINI: NAPOLITANO, TORNARE A PARLARE IL LINGUAGGIO DELLA VERITÀ

Nell’“angoscioso presente” che stiamo attraversando si impone l’urgenza di “un’autentica svolta”. È questo l’invito rivolto dal presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, intervenuto questo pomeriggio all’apertura del Meeting per l’amicizia dei popoli a Rimini, dove ha inaugurato la mostra sui “150 anni di sussidiarietà”. Il Presidente ha invitato tutte le persone di responsabilità a “parlare il linguaggio della verità: perché esso non induce al pessimismo, ma sollecita a reagire con coraggio e lungimiranza”. Un messaggio che Napolitano ha rivolto in particolare alla classe politica: “Possibile – ha detto il Presidente – che si sia esitato a riconoscere la criticità della nostra situazione e la gravità effettiva delle questioni, perché le forze di maggioranza e di governo sono state dominate dalla preoccupazione di sostenere la validità del proprio operato, anche attraverso semplificazioni propagandistiche e comparazioni consolatorie su scala europea? Possibile che da parte delle forze di opposizione, ogni criticità della condizione attuale del paese sia stata ricondotta a omissioni e colpe del governo, della sua guida e della coalizione su cui si regge? Lungo questa strada non si poteva andare e non si è andati molto lontano. Occorre più oggettività nelle analisi, più misura nei giudizi, più apertura e meno insofferenza verso le voci critiche e le opinioni altrui”. “Il prezzo che si paga per il prevalere – nella sfera della politica – di calcoli di parte e di logiche di scontro – ha proseguito Napolitano – sta diventando insostenibile. Una cosa è credere nella democrazia dell’alternanza; altra cosa è lasciarla degenerare in modo sterile e dirompente dal punto di vista del comune interesse nazionale”. Una tendenza allo scontro che per il Presidente “non potrà durare a lungo” “sotto l’incalzare degli eventi, delle sollecitazioni che crescono all’interno e vengono dall’esterno del Paese”. Da qui l’appello rivolto ai politici ma anche ai giovani: “Spetta anche a voi, operare, premere in questo senso: e predisporvi a fare la vostra parte impegnandovi nell’attività politica. C’è bisogno di nuove leve e di nuovi apporti. Non fatevi condizionare da quel che si è sedimentato in meno di due decenni: chiusure, arroccamenti, faziosità, obbiettivi di potere, e anche personalismi dilaganti in seno ad ogni parte. Portate nell’impegno politico le vostre motivazioni spirituali, morali, sociali, il vostro senso del bene comune, il vostro attaccamento ai principi e valori della Costituzione e alle istituzioni repubblicane: apritevi così all’incontro con interlocutori rappresentativi di altre, diverse radici culturali. Portate, nel tempo dell’incertezza, il vostro anelito di certezza”.In questo contesto di crisi mondiale ed europea appare sempre più urgente l’esigenza di una “svolta che passa attraverso il sentiero stretto di un recupero di affidabilità dell’Italia, in primo luogo del suo debito pubblico”. Guardando alla situazione economica del Paese il Presidente – pur riconoscendo il cammino e lo sviluppo dell’Italia dall’Unità ad oggi – ha riconosciuto come “l’innegabile divario tra Nord e Sud” sia “rimasto una tara profonda” mentre guardando al presente “è un fatto che da due decenni è in aumento la diseguaglianza nella distribuzione del reddito e lo stesso può dirsi per il tasso di povertà”. Napolitano ha ribadito la necessità di “ridare vigore e continuità alla sviluppo economico, sociale e civile”, “facendo ripartire la crescita in condizioni di stabilità finanziaria”, ma anche di mettere fine “assuefazioni e debolezze nella lotta a quell’evasione di cui l’Italia ha ancora triste primato”. “E, perché si creino le condizioni di un rinnovato slancio che attraversi la società in uno spirito di operosa sussidiarietà – ha concluso Napolitano – contiamo anche sulle risorse che scaturiscono dalla costante, fruttuosa ricerca di “giuste forme di collaborazione” – secondo le parole di Benedetto XVI – “fra la comunità civile e quella religiosa”. (Sir)