Italia

Meeting di Rimini, la politica al servizio della persona

di Cristina FiocchiLa XXVII edizione del Meeting per l’amicizia tra i popoli, la più grande e significativa rassegna culturale estiva, frutto dell’iniziativa di persone e gruppi che vivono l’esperienza cristiana secondo il carisma di Comunione e Liberazione si é conclusa alla fine di agosto a Rimini riscuotendo grande attenzione da cattolici e non cattolici.

Durante le giornate riminesi si sono tenuti 120 tra incontri, dibattiti, presentazione di libri e progetti culturali, 18 spettacoli musicali e teatrali, 12 mostre, 10 manifestazioni sportive. Circa 400 i relatori che sono intervenuti agli incontri. La presenza media delle persone al meeting è di 700.000 visitatori. Straordinaria anche l’organizzazione del Meeting.

Oltre il nucleo di 7 persone che lavora a tempo pieno tutto l’anno per la sua preparazione, il festival riminese viene organizzato, allestito, gestito, e poi smontato grazie al lavoro di volontari, quest’anno 3.041, provenienti da Italia, Spagna Portogallo, Ungheria, Romania, Russia, Lituania, Kazakhstan, Stati Uniti, Messico, Argentina, Nigeria e Kenya. Il Sir ha intervistato Emilia Guarneri, presidente del Meeting.

Nell’illustrare il tema del Meeting di quest’anno (il rapporto tra ragione e mistero) citando il cardinale Newman, secondo il quale sarebbe venuto il tempo in cui sarebbero stati i cristiani gli unici a difendere la ragione, lei ha affermato che questo tempo sembra essere arrivato…

«L’argomento di questo anno è stato e rimane una sfida rivolta al tabù della cultura contemporanea, quello dell’inimicizia tra ragione e mistero. Forse dovremmo preoccuparci di una società che celebra così tanto a parole la ragione e nei fatti appare sempre più incapace di risolvere i problemi che la realtà pone, come le guerre che si presentano sempre più come questioni irrisolvibili. Sicuramente è un bene che i cristiani difendano la ragione, e un male se sono solo loro a difenderla».

Il filo conduttore del Meeting è stato l’incontro tra scienza e fede. Come siete riusciti a spiegare che non c’è contraddizione tra fede e ragione?

«I partecipanti al Meeting ed in particolare i giovani hanno potuto incontrare una ventina tra personalità di primo piano nel campo delle scienze, della matematica, della filosofia e dell’astrofisica e approfondire e discutere il rapporto tra scienza e religione. Ripensando ad alcuni incontri, in particolare quello con gli scienziati che hanno presentato la mostra sulla via Lattea, quello con il cardinale Chistoph Schonborn sul tema dell’evoluzione e della creazione e quello con i professori Giorgio Israel ed Edmund Pellegrino sulla bioetica e la felicità, mi pare che abbiano documentato come il massimo della ragionevolezza coincida con l’affermazione del mistero. Coincida cioè con l’affermazione che esiste qualcosa che è dentro quello che noi vediamo, ma che è molto più di quello che appare ai nostri occhi: questo è il mistero».

Per l’aspetto politico il Meeting ha tentato di aprire un dialogo tra i diversi partiti, di maggioranza e di opposizione. In che misura vi è riuscito?

«Credo che ci siano stati episodi positivi in questo Meeting, il fatto stesso che si siano create le condizioni per il dialogo. Sussidiarietà intesa come la politica al servizio della persona, liberalizzazioni e bene comune, sono le tre richieste alla politica che il Meeting ha fatto. Mi ha colpito molto l’incontro introdotto da Raffello Vignali, presidente della Compagnia delle Opere, con Francesco Rutelli e Giuseppe Pisanu. Vignali ha posto chiaramente all’inizio le questioni che ci stanno a cuore sul tema dello statalismo e la sussidiarietà, sul tema del lavoro, della scuola e della sanità. C’è stata una esposizione da parte dei due relatori al riguardo e c’è stata alla fine la constatazione che questo era l’inizio di un dialogo. Le condizioni del dialogo ci sono solo ponendo sul tavolo le questioni. Quando si dialoga senza pregiudizi si possono fare dei passi avanti. D’altronde il Meeting ha come finalità quella di creare le condizioni del confronto. Noi poniamo i problemi che come realtà di esperienze e di opere ci interessano, chiediamo alla politica di rispondere».

Il Meeting ha dato un particolare rilievo all’economia, in particolare allo sviluppo e innovazione delle piccole imprese?

«Il tema Libertà e liberalizzazioni è stato sviscerato nei suoi diversi aspetti, a partire dal rapporto tra persona, Stato, società, secondo lo sguardo della libertà, dell’io, della sussidiarietà. Un principio che ha attraversato tutta la storia dei cristiani già dai tempi delle opere di san Benedetto che in un periodo di decadenza iniziò l’opera di rinnovamento che salvò la civiltà».

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Il sito ufficiale del Meeting